BOOM DEL LINGOTTO - Nonostante la crisi economica e il crollo delle immatricolazioni europee, il 2010 non è andato poi male per le case automobilistiche, considerato che i loro titoli hanno segnato in Borsa tassi di crescita generalmente a due cifre. Segno che gli investitori, rassicurati dal boom della domanda di veicoli in mercati emergenti come quelli di Cina, India e Brasile, continuano ad avere molta fiducia nel business delle quattro ruote. Basta dare un’occhiata alle azioni del gruppo Fiat, il cui valore è salito del 49,52% nel corso del 2010. In altre parole, se ieri, alla chiusura di Piazza Affari, per comprare un titolo del Lingotto ci volevano 15,43 euro, il primo gennaio scorso ne bastavano una decina. E dire che questo è stato pure un anno da dimenticare per la Borsa italiana, che ha perso complessivamente il 12%.
LE ALTRE CASE NON SONO DA MENO - Il gruppo torinese è andato bene, certo, ma non è stato il migliore. Secondo i dati elaborati dal Sole 24 Ore, nel corso del 2010 le azioni della Ford hanno complessivamente guadagnato il 67% e quelle della BMW addirittura l’86%. Niente male anche per Porsche, Daimler e Volkswagen, cresciute del 36-38%, mentre la Renault e la Peugeot si sono dovute “accontentare” di restare nei pressi del +20%. È invece andata male per la Toyota: la performance di Borsa dei titoli del colosso giapponese ha risentito dei maxi richiami di veicoli difettosi e delle multe record versate al Tesoro degli Stati Uniti. Per questo, hanno lasciato sul campo il 17% di quello che valevano il primo gennaio scorso.
IN ATTESA DI FIAT INDUSTRIAL - L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, non ha quindi nulla di che lamentarsi. Tanto più che, nei giorni scorsi, è riuscito a portare a casa l’accordo con i sindacati per il rilancio dello storico stabilimento di Mirafiori. Un’intesa che, malgrado l’opposizione delle tute blu della Fiom, che ha indetto uno sciopero per il 28 gennaio, avrà probabilmente ripercussioni positive sull’andamento dei titoli in Borsa (sempre che la politica non ci metta lo zampino). In ogni caso, a spingere verso l’alto le azioni del Lingotto nell’anno appena trascorso è stata l’approvazione, alla fine di aprile, dello scorporo dal gruppo principale di tutte le attività “non auto”. Detto altrimenti, i veicoli industriali della Iveco e quelli agricoli della Cnh confluiranno nella nuova Fiat Industrial, che da lunedì sarà quotata autonomamente a Piazza Affari. In questi giorni, non sono pochi gli esperti di finanza che si sbilanciano in previsioni su quanto potranno valere i nuovi titoli. Secondo l’agenzia finanziaria Bloomberg, ripresa dal quotidiano di Confindustria, il prezzo delle azioni della nuova società dovrebbe aggirarsi sui 9 euro e mezzo, circa tre in più di quello che si stima varranno i titoli dell’alleggerita Fiat Spa.