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Nissan: per i 35 anni di Sunderland una Bluebird elettrica

Pubblicato 16 dicembre 2021

La Nissan celebra il traguardo trasformando la storica la Bluebird, prima auto costruita nella sua fabbrica europea dal 1986, in elettrica.

Nissan: per i 35 anni di Sunderland una Bluebird elettrica

PIÙ DI UNA MODA - I restmod sono più di una semplice tendenza. Riportare modelli storici con caratteristiche dei giorni nostri è un’usanza che sta piacendo anche alle stesse case costruttrici, non più limitata a carrozzieri e tuner. Infatti, i restauri a quattro ruote diventano occasione per celebrare gli eventi, la storia o passi decisivi dei brand del settore, e anche la Nissan ha aderito a questa tendenza. Sì, perché il marchio con sede a Yokohama ha deciso di onorare i 35 anni dello stabilimento di Sunderland, nel nord dell’Inghilterra, convertendo a batteria proprio la prima vettura a uscire dallo stabilimento, la Nissan Bluebird.

SOTTO UNA LEAF - La Nissan Newbird (così si chiama la Bluebird restaurata, nelle foto) è un modello unico, che oltre a festeggiare l’anniversario del suo luogo di nascita, collega la storia dello stabilimento al futuro elettrico del marchio, guidato dal Piano Ambition 2030 (qui per saperne di più). Proprio per questo motivo la vettura è stata elettrificata al 100%, e vede installata la piattaforma EV e la batteria da 40KWh della Nissan Leaf, con i moduli della “pila” suddivisi tra vano motore e bagagliaio per equilibrare i pesi. Per quanto riguarda le prestazioni della vettura, l'autonomia con una singola carica è di circa 210 km (stimata), e può essere ricaricata con una potenza fino a 6,6kW, mentre in termini velocistici la Newbird ha uno scatto 0-100 km/h pari a 15 secondi.

RITORNO AL FUTURO - Un salto al presente della Nissan Bluebird che ha toccato non solo il motore. Infatti, vista la nuova natura elettrica del veicolo, il servosterzo, i freni e impianto di riscaldamento sono stati modificati per essere alimentati dalla batteria della berlina. E proprio per supportare il maggior peso dato dalla piattaforma EV della Leaf, sono state installate sospensioni personalizzate. Mentre gli esterni hanno un design e dei colori ispirati all’elettronica di consumo degli Anni 80, combinati però con elementi moderni, e ne è un esempio il logo Nissan presente sul cofano retroilluminato con led.

SUNDERLAND, LA STORIA - Lo stabilimento inglese di Sunderland, casa natale della Nissan Bluebird, è stato aperto nel settembre del 1986 e dalle sue linee di produzione sono uscite più di 10,5 milioni di automobili in in 35 anni. L’azienda è arrivata oggi a contare circa 7.000 dipendenti ed è sede per la fabbricazione della Leaf, della Qashqai e della Juke. La struttura è innovativa dal punto di vista energetico, già dal 2005 ha visto l’installazione di 10 turbine eoliche da 6,6 MW di potenza totale, seguite nel 2016 da un parco solare da 4,75 MW, che sarà portato a 20 MW nel futuro. Il nuovo impianto solare raddoppierà la quantità di energia rinnovabile e sarà funzionale alla produzione di tutte le Leaf destinate al mercato europeo. Queste attività industriali sono in linea con la strategia del nuovo piano da 15 miliardi di euro Ambition 2030, con cui la Nissan punta a diventare “carbon neutral” entro il 2050.

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Ritratto di Andre_a
16 dicembre 2021 - 16:48
A me questi interni anni '80 piacciono un sacco. Dovrebbero riproporli, così squadrati sarebbe un gioco da ragazzi integrare gli schermi delle auto moderne.
Ritratto di RubenC
16 dicembre 2021 - 16:59
2
Già, anche secondo me si presterebbero bene a una riproposizione!
Ritratto di Road Runner Superbird
16 dicembre 2021 - 20:40
Ma anche gli esterni. Permettevano maggiore visibilità grazie alle ampie vetrature, la visuale era filo con la carrozzeria senza inutili sporgenze, ed essendo basse e leggere piu' efficienti in termini di consumi.
Ritratto di Andre_a
16 dicembre 2021 - 20:44
@Road Runner Superbird: vero, ma a scapito della sicurezza. Esteticamente dipende dal modello: gli interni di questa Nissan mi piacciono, gli esterni per niente.
Ritratto di Road Runner Superbird
16 dicembre 2021 - 20:54
Pero' potrebbero prenderne spunto per realizzare auto piu pratiche.
Ritratto di Tu_Turbo48
16 dicembre 2021 - 21:15
Meglio questa Bluebird che Leaf!!!
Ritratto di Velocissimo
16 dicembre 2021 - 21:52
Ma per favore, pensiamo ad altro
Ritratto di Il bue
17 dicembre 2021 - 10:12
6
Le linee Giapponesi anni'80 non brillavano certo per bellezza, eppure, pensando agli orrori odierni, hanno il loro perchè
Ritratto di KT1007
17 dicembre 2021 - 11:10
Effettivamente se la paragoniamo alla Ami dell'altro articolo quest'auto è un capolavoro. Fa tristezza vedere che in 40 anni siamo passati da auto auto a giocattoli di plastica stampati in 3d.
Ritratto di giulio 2021
17 dicembre 2021 - 18:58
A me non dispiaceva affatto la Bluebird, ma da qui al capolavoro... L'ho ribadito tante volte, alcune auto del passato potrebbero essere ri messe in produzione oggi, però con una struttura interna moderna così da sopportare i crash test odierni, ovviamente elettriche e con le diavolerie odierne, ma appunto con la buccia: la carrozzeria di un tempo, la prima che mi viene in mente è sempre la Tipo del 1988, molto migliore di tutte le Fiat medie successive.
Ritratto di TayMod3
17 dicembre 2021 - 20:56
Nissan prima a credere all'elettrico con la LEaf.
Ritratto di giulio 2021
18 dicembre 2021 - 12:18
TayMod3 : e a quanto pare dalle parole dell'ex CEO Ghosn Nissan è stata la prima a credere nell'elettrico e adesso è indietro di anni.
Ritratto di Al.An.
18 dicembre 2021 - 12:55
2
...mi ricordo che nel 1989, di ritorno dagli USA dove il marchio NISSAN era già una realtà affermata, mio padre comprò una nissan bluebird 1.8 turbo benzina berlina...un razzo su ruote con una tenuta di strada ed una ripresa fantastica! Unico difetto della vettura era proprio l'origine ovvero come veniva commercializzata e come avveniva l'assistenza ricambi. Infatti, la vettura veniva assemblata in Inghilterra, nella allora neocostituita fabbrica che serviva al costruttore giapponese per aggirare le limitazioni ed i dazi della Comunità Europea, e le vetture - un pò come succede oggi in parallelo per il marchio DR - erano un insieme di pezzi che provenivano dalle più lontane parti del globo per essere ivi assemblate: il risultato ne era una vettura stupenda quanto a prestazioni ma se servivano pezzi di ricambio...apriti cielo...ricordo un pezzo del sistema idraulico dell'olio dei freni che dovette venire direttamente dal Giappone. All'epoca non era cosa da poco ed era una pecca grave in quanto tutti i costruttori facevano ancora magazzinaggio dei pezzi di ricambio. Oggi molto è cambiato, ma la ripresa del motore 1.8 turbo ed i 220km/h toccati li ricordo ancora benissimo!
Ritratto di giulio 2021
19 dicembre 2021 - 12:56
Quindi uguale a DR oggi, va bè non esageriamo chiaramente Nissan aveva un'altra tecnologia, però il vero difetto di DR sono i ricambi, e lo stesso sta per superare Skoda...