TRACCE DI RADIOATTIVITÀ - Con la riapertura di alcuni impianti dediti alla componentistica (in alto la fabbrica di Oppama, che assembla anche la Leaf), la Nissan ha annunciato oggi anche l'inizio di un programma di analisi delle proprie auto costruite in Giapponese per verificare la presenza di eventuali tracce di materiale radioattivo. In un breve comunicato stampa, la casa giapponese si è detta pronta “a mettere in atto tutte le misure necessarie per rassicurare i clienti che le proprie vetture rispetteranno tutti i canoni di sicurezza”. Un'azione che, presumibilmente, verrà intrapresa anche dagli altri costruttori nipponici che hanno stabilimenti e/o fornitori presenti nelle zone limitrofe alle centrali nucleari danneggiate dal terremoto e relativo tsunami. Stando alle ultime notizie, la Toyota dovrebbe riaprire parte degli impianti domani, mentre la Honda non avrebbe ancora fissato una data.
MANCANO LE FORNITURE - Nel frattempo, gli effetti dello stop forzato in Giappone inizia ad avere le prime ripercussioni anche su altri costruttori che dipendono dal Sol Levante per la fornitura di componenti. È il caso della Renault, che in Corea del Sud per la Renault-Samsung Motors ha previsto un “taglio” di circa il 20% della produzione, e della Opel che ha fermato la produzione della Corsa nello stabilimento spagnolo di Saragozza e da domani coinvolgerà anche quello tedesco di Eisenach. Un problema quello della mancata fornitura di componenti che investe anche la General Motors, il colosso americano al quale fa parte anche la Opel, costretta a fermare la produzione nello stabilimento di Shreveport, in Louisiana, per tutta settimana.
FIAT E CHRYSLER OK - Al momento, invece, per il gruppo Fiat/Chrysler non sarebbe prevista nessuna interruzione. A dichiararlo è stato lo stesso amministratore del gruppo, Sergio Marchionne, in occasione della presentazione a Torino della Lancia Thema al presidente della Repubblica Napolitano durante i festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Marchionne, ha però aggiunto che è troppo presto per escludere impatti sulla produzione e resta in attesa dell'evolversi della situazione in Giappone.