IL GOVERNO CHIEDE AIUTO - Sarà “partecipato” il nuovo Codice della Strada che sostituirà quello attuale, varato nel 1992 e modificato a più riprese nel corso degli anni. Sarà partecipato perché il governo ha lanciato una iniziativa inedita nella storia dell’attività legislativa italiana. E ciò è possibile grazie al web.
“POSTARE” LE PROPRIE PROPOSTE - Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha infatti creato in rete uno spazio dedicato per poter avanzare
suggerimenti, proposte, idee. Per farlo bisogna andare nella home page del sito
www.ilportaledellautomobilista.it e cliccare sullo spazio “Nuovo Codice della strada” e procedere nel far presente le proprie proposte. Lo spazio sarà attivo da domani lunedì 9 dicembre e resterà in funzione fino al 31 maggio del 2014. Tutto ciò in parallelo con l’attività governativa e parlamentare sull’argomento, che ha i suoi percorsi ben precisi stabiliti dalla legge.
OTTIMO, MA… - Gran bella idea, se troverà una attuazione concreta ed efficace. L’interrogativo si impone, più che giustificarsi, per diverse questioni con cui ha a che fare la materia. Un dubbio riguarda le modalità della consultazione popolare: chi e come esaminerà le idee e le proposte? Anche se l’iniziativa avesse solo un piccolo riscontro il numero degli interventi rischia di essere molto grande, tale da richiedere un impegno enorme. È pensabile che ci siano le risorse umane necessarie? E in quali tempi la disamina potrebbe essere fatta?
BUONE INTENZIONI - In secondo luogo nascono perplessità di fronte al contrasto tra certi enunciati del governo e la realtà del dibattito politico-parlamentare. Il sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture Erasmo De Angelis ha dichiarato: “Vogliamo un Codice snello e di facile comprensione e lo vogliamo entro la fine del 2014”. Un’intenzione da lodare. Senonché la situazione parlamentare non pare andare proprio in questa direzione.
UN PERCORSO, DUE INIZIATIVE - Un nuovo Codice della Strada che sostituisca quello attuale deve scaturire da una nuova legge. Vista la complessità della materia, alla stesura della normativa il parlamento delega il governo che poi sottopone la sua proposta all’approvazione delle commissioni parlamentari. Un lavoro di per sé complesso, che al momento è forse ancor più complicato dall’esistenza di due iniziative di legge delega al governo: una di iniziativa parlamentare (presentata alla Camera con numero 731) e l’altra di iniziativa governativa (anch’essa alla Camera, con numero 1.588). La prima è stata depositata ad aprile, la seconda a settembre. Non poche parti sono se non uguali, simili, ma non ne mancano di divergenti. Ed evidentemente ciò non può che tradursi in un certo lavorio, non breve. Tanto per citare qualche diversità, il disegno di legge presentato dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, afferma che il nuovo Codice della Strada dovrebbe essere adottato dal governo entro 18 mesi dalla approvazione della legge delega; il disegno di legge parlamentare parla invece di 24 mesi.
NON ILLUDIAMOCI: TEMPI LUNGHI - La differenza sui tempi in cui il Governo dovrà adottare il testo del nuovo Codice della Strada tra l’altro rende poco (e il termine è un eufemismo) credibile la volontà dichiarata dal sottosegretario De Angelis di avere il nuovo Codice della Strada entro il 2014. Partendo da due testi diversi, arrivare all’approvazione della legge delega è già un traguardo, dopo di che occorre redigere il nuovo testo del Codice, che una volta adottato dal governo (entro 18 o 24 mesi) deve essere esaminato dalle commissioni parlamentari competenti, che hanno 45 giorni di tempo per presentare le loro osservazioni. Dopo di che il governo ha a sua volta altri 45 giorni. E la descrizione dell’iter dovrebbe proseguire ancora, ma è già chiaro che il termine del 2014 appare velleitario.
OBIETTIVI CONTRADDITORI - Ma altre perplessità nascono dalle indicazioni contenute nei testi delle due iniziative di legge a proposito di quali debbano essere le novità da introdurre nel nuovo Codice della Strada. Perché appare difficile ridurre drasticamente le dimensioni del Codice (il citato sottosegretario De Angelis ha parlato di 70-80 articoli contro gli attuali 240) quando si vuole comunque trattare un ventaglio di argomenti analogo a quello contenuto nel Codice della strada in vigore. Entrambi i testi delle due iniziative di legge delega contengono infatti indicazioni relative alle infrastrutture, al comportamento, ai veicoli e alle sanzioni. Il che significa mantenere sostanzialmente lo stesso impianto di fondo dell’attuale Codice, sia pure con diversi argomenti da eliminare. E così appare arduo riuscire ad arrivare a un ridimensionamento come quello auspicato anche perché si afferma la volontà di semplificare e rendere più snello il testo, si chiede anche di introdurre nuove norme, per esempio a maggiore salvaguardia dei pedoni e dei ciclisti.