PAY TO DRIVE - 20 persone arrestate e 135 indagate, conti correnti bancari bloccati, auto (tra cui una Ferrari) e immobili sequestrati, 90 patenti ritirate: è il risultato di un’inchiesta condotta dalla Polizia di Frosinone su un traffico di patenti “facili”. L’operazione è stata chiamata “Pay to drive” e ha portato in luce un’attività di corruzione per cui i dipendenti pubblici rilasciavano o rinnovavano patenti senza che i patentati possedessero i necessari requisiti di idoneità. In cambio gli arrestati ottenevano denaro e piaceri sessuali.
4 MILA EURO A PATENTE - I reati per cui sono scattate le manette sono associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, falso in atto pubblico, sostituzione di persona, accesso abusivo a sistema informatico pubblico, frode informatica ai danni dello Stato. Gli inquirenti hanno accertato che per ogni patente ottenuta o rinnovata in maniera illegale veniva pagata una cifra attorno ai 4 mila euro. A pagare (e in alcuni casi anche a concedere favori sessuali) erano in prevalenza cittadini immigrati egiziani, pakistani, marocchini e cinesi. Nel complesso si calcola che si sia trattato di un “giro d’affari” da 100 mila euro al mese.
MOTORIZZAZIONE E SCUOLE GUIDA - Tra gli arrestati ci sono tre esaminatori e un ingegnere della Motorizzazione che fino a un mese fa si alternava con un collega alla direzione dell’ufficio di Frosinone. Il capo dell’organizzazione criminale era il proprietario di tre autoscuole; oltre a lui sono coinvolti anche tre altri titolari di scuole guida del frusinate. L’indagine, durata sei mesi, però ha avuto un orizzonte più ampio, infatti oltre agli uomini della Squadra Mobile di Frosinone vi hanno partecipato quelli delle Questure di Roma, Napoli, Caserta e l’Aquila.
ESAMINATORI “DISTRATTI” - Secondo quanto accertato dalla Polizia, l’organizzazione faceva in modo che al momento degli esami i patentandi fossero sostituiti da titolari di autoscuola o comunque persone esperte di quiz e guida. I tre esaminatori della Motorizzazione di Frosinone arrestati chiudevano gli occhi di fronte agli esami taroccati e alle sostituzioni di persona.
MECCANISMO PERFETTO - Il meccanismo messo a punto dall’organizzazione prevedeva l’accurata gestione delle sedute di esami in maniera che vi partecipassero soltanto o prevalentemente candidati che avevano pagato, così che non ci fossero occhi indiscreti. Quando ciò è capitato, chi dirigeva le operazioni assegnava i posti in maniera che le illegalità non fossero viste da chi ne era estraneo. Inoltre, ci sono stati casi in cui l’organizzazione ha letteralmente rilasciato o rinnovato patenti senza neanche la partecipazione degli interessati alla seduta di esame. I risultati dell’inchiesta sono supportati da registrazioni video.