Una matrioska di parallelepipedi di diversa altezza che s’incastrano uno nell’altro, con ampie vetrate verticali ed eleganti controsoffitti in legno chiaro che strizzano l’occhio allo stile scandinavo. Così Jacob Celnikier, l’architetto che ha progettato il padiglione francese per l’Expo di Dubai del 2020 e ristrutturato lo stadio olimpico di Yves du Manoir, ha immaginato il cuore pulsante del museo della Renault che sorgerà nell’ambito della riqualificazione della fabbrica di Flins, alle porte di Parigi, che in settant’anni ha sfornato più di 18 milioni di automobili e oggi si è trasformata in un centro per la rigenerazione di ricambi.

Osservando i rendering, non è difficile immaginare come sarà trovarsi di fronte a tutte quelle automobili impilate ordinatamente su pallet sospesi. L’effetto è quello di una vetrinetta piena di modellini di ogni epoca, tipo, forma e colore, solo che i modellini sono auto vere. La metà va regolarmente in moto e di qui al 2027, quando le porte apriranno al pubblico, i conservatori della collezione assicurano che saranno tutte funzionanti. Ci sarà da mettersi di buzzo buono, ma il piccolo team di meccanici sembra destinato a crescere perché, parallelamente al rinnovo degli spazi espositivi, la casa francese intende potenziare le attività di manutenzione e restauro.

La RS01, che fu la prima monoposto di Formula 1 con motore turbo nel 1977. La A442B che l’anno successivo trionfò nella 24 Ore di Le Mans. La “tranquilla” Dauphine trasformata da Amedeo Gordini in una piccola “belva” che ha fatto sentire un po’ piloti tanti padri di famiglia negli anni ’60. Le brutali 5 Turbo che hanno infiammato le prove speciali del Mondiale rally due decenni più tardi. Veri “unicorni” come la Espace F1, folle monovolume mossa dal V10 da 780 CV della Williams FW15C di Damon Hill e Alain Prost, e poi le immancabili R4 e R5, senza dimenticare la bestseller Clio e la Twingo, che all’alba degli anni ’90 stravolse il concetto di city-car con un aspetto gioioso e uno sfruttamento degli spazi geniale.

Macchine che hanno segnato un’epoca nelle corse e sulle strade di tutti i giorni, ma non solo: Flins ospiterà anche una vasta selezione di modellini, giocattoli, quadri e opere d’arte. Senza dimenticare l’archivio: 2.400 metri lineari di scaffali in cui sono custoditi bozzetti di stile, progetti, registri di produzione, manifesti pubblicitari. Insomma, una lunga passeggiata in più di 125 anni di storia in cui riavvolgere il nastro e scoprire da vicino un marchio che ha contribuito molto alla popolarità e all’evoluzione dell’automobile.











