ANCORA DI SALVEZZA - Spostare la produzione della Panda dalla Polonia a Pomigliano d'Arco e investire nei prossimi anni 700 milioni di euro. Questo è il piano di Sergio Marchionne per rilanciare lo stabilimento campano dove sono impiegati oltre 5.000 addetti e vengono prodotte le Alfa Romeo 159 berlina e Sportwagon la coupé GT. Il "boss" della Fiat ha chiesto in cambio una maggiore flessibilità del lavoro ponendo delle condizioni per risolvere una serie di problemi che, secondo i vertici del gruppo torinese, non permettono una piena efficienza dello stabilimento di Pomigliano d'Arco. Vediamo quali sono le proposte della Fiat:
Lavoro organizzato su 18 turni nell'arco di sei giorni settimanali (tre turni giornalieri di otto ore dal lunedì al sabato) |
Possibilità che il diciottesimo turno, che cade di sabato sera, non sia lavorato |
Incremento da 40 a 120 ore degli straordinari obbligatori |
Sanzioni a singoli lavoratori e sindacati in caso di sciopero contro i punti presentati dal contratto |
La Fiat non pagherà la quota retributiva a carico dell'azienda per i primi tre giorni di malattia a chi è assente in occasioni di particolari eventi come scioperi e manifestazioni esterne |
IL NO DELLA FIOM - Come avevamo già anticipato (leggi qui la news), a determinare una battuta d'arresto nelle trattative tra la Fiat e i sindacati è la ferma posizione della Fiom (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) riguardo gli ultimi due punti. Secondo il sindacato la clausola sul diritto allo sciopero “è illegittima perché pretende di trasformare in illecito, passibile di licenziamento, l'esercizio individuale di sciopero, sancito dalla Costituzione". Mentre sul tema delle malattie, la Fiom ha confermato che “fa propria l'esigenza di affrontare l'eventuale assenteismo e di ridurlo ai minimi fisiologici e conferma che gli accordi sottoscritti impegnano sempre tutta l'organizzazione al loro rispetto integrale”.
SECONDO LA FIAT - I punti criticati dalla Fiom, ma accettati dalle altre single sindacali coinvolte nella trattativa (Fim-Cisl, Uilm, Ugl e Fismic), hanno trovato pronta risposta nelle parole di Ernesto Auci, responsabile delle Relazioni Istituzionali della Fiat. Secondo Auci, riferendosi alle possibili sanzioni per gli scioperi, “se uno sottoscrive un accordo, poi si deve impegnare a rispettarlo, perché altrimenti viene meno il senso dell'accordo. Noi facciamo investimenti sulla base di un impegno, non è che da qui a 12 mesi lo rimettiamo in discussione”. Mentre, per quanto riguarda il mancato pagamento delle malattie per arginare il problema dell'assenteismo, questo scatterà solo se le assenze saranno “significativamente superiori alla media” in occasioni di particolari eventi. In ogni caso, una commissione paritetica esaminerà i singoli casi in modo da preservare i diritti dei dipendenti che oggettivamente presentano dei problemi di salute.
BRACCIO DI FERRO - Se gli altri sindacati hanno confermato il proprio appoggio al piano Fiat e invitano la Fiom a ritornare sui propri passi, quest'ultima si è detta pronta a discutere una trattativa, accettando l'aumento degli straordinari e i 18 turni di lavoro, purché non vengano toccati i “temi che coinvolgono i diritti individuali che non possono essere contrapposti al lavoro” e “aprono profili di illegittimità in materia di malattia e diritto di sciopero”. Temi che non renderebbero accettabile neanche il prossimo referendum dei lavoratori invocato come soluzione in questi giorni. Insomma, la partita non è ancora finita e, in attesa dei tempi supplementari, la Fiom ha già annunciato la propria adesione allo sciopero generale del 25 giugno, il quale sarà di 8 ore, rispetto alle 4 proclamate.