UN ANNO DI PASSIONE - “Con una crescita così modesta sul 2013, anche il 2014 sarà un altro anno di passione: per il mercato dell’auto, ma anche per l’economia italiana. Le condizioni per un arresto della caduta delle immatricolazioni sembrano essersi create, ma ancora non vi sono le basi per una ripresa degna di questo nome”. Esordisce così Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, nel corso della conferenza stampa sul mercato auto tenutasi oggi. Che ha “fotografato” una realtà impietosa: secondo il Centro studi bolognese, le previsioni che un anno fa si facevano per una ripresa dell’economia già nel 2013 sono state vanificate dal risultato elettorale, che non ha consentito la formazione di un governo in grado di adottare provvedimenti efficaci. Comunque, ha proseguito Quagliano, alcuni elementi (come un lieve miglioramento del clima di fiducia dei consumatori) inducono a ritenere che l’inversione di tendenza sia vicina. E il massimo che si può sperare per il 2014 è che le immatricolazioni di vetture sul mercato italiano possano attestarsi a quota 1.330.000 unità, con un incremento del 2,7% sul 2013, che dovrebbe chiudere a un totale di 1.295.000.
RISCHIAMO LA “SERIE C” - Per una vera ripresa, però, nell’opinione del Centro studi Promotor, ci vuol altro che una piccola crescita. Lo dicono i numeri. Nel 2001, fatto pari a 100 il Pil pro-capite dell’Unione europea, l’indice per l’Italia era di 119: nel 2012 è sceso a quota 99, con un calo di 20 punti. Nessun altro paese ha perso così tanto terreno. Per voltare pagina, occorre che si superi l’impasse politica, eliminando sprechi e inefficienze del paese. Altrimenti, conclude Quagliano, “bisognerà adattarsi a vivere in un paese di serie B. E ad avere un mercato dell’auto di serie C”.