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Prezzi dei carburanti: compagnie nel mirino

04 aprile 2013

Secondo la Procura di Varese sette compagnie avrebbero concordato a tavolino prezzi alla pompa troppo simili.

Prezzi dei carburanti: compagnie nel mirino

PREZZI ALTI… PER FORZA - Il prezzo dei carburanti alla pompa è ancora una volta al centro dell’attenzione e delle cronache giudiziarie. Il nuovo episodio ha come teatro il Tribunale di Varese, dove il 5 marzo scorso il Giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di sequestro cautelare di documenti contabili e amministrativi relativi ad alcune compagnie petrolifere, in merito a una ipotesi di illeciti compiuti per mantenere alti i prezzi dei carburanti, ai danni dei consumatori

SETTE “SORELLE” - Le compagnie verso cui era rivolta la richiesta di sequestro sono: Shell Italia, Tamoil Italia, che hanno sede a Milano, e Eni, Esso Italia, Totalerg, Kuwait Petroleum Italia, Api, che hanno sede a Roma. La richiesta di sequestro era stata sottoposta al Gip dal Pubblico Ministero che l’anno scorso aveva ricevuto dal Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) l’esposto con istanza di sequestro. Identica iniziativa il Codacons aveva preso presso numerosi altri uffici giudiziari su tutto il territorio nazionale.
 
TROPPI ESPOSTI: RISCHIO POLVERONE - Proprio questo modo di procedere del Codacons viene criticato dal Gip nel suo decreto con cui respinge l’istanza di sequestro. Secondo il giudice essa è “foriera di sovrapposizioni e inefficienze nelle indagini”. Il rischio sottolineato dal decreto è che uffici giudiziari agiscano senza certezze circa la propria competenza sulla materia delle indagini. In proposito, lo stesso Gip sottolinea come le ipotesi illecite su cui si fonda la richiesta di sequestro “non possono che ricondursi agli organi rappresentativi e decisionali di primo livello delle società pretrolifere coinvolte, che agiscono nelle rispettive sedi legali”, (Roma e Milano). Ciò detto, lo stesso decreto contiene riferimenti concreti all’attività investigativa condotta nell’ultimo anno dalla Guardia di Finanza su incarico del Pubblico Ministero per verificare i contenuti e l’ipotesi avanzata dal Codacons. Il quadro che ne risulta è che “esistono indizi di commissione dei reati da parte dei legali rappresentanti, componenti di consigli di amministrazione e dirigenti delle compagnie petrolifere citate, oltre a soggetti non compiutamente identificati”.
 
AUTENTICO ATTO D’ACCUSA - Un po’ più in dettaglio, il Pubblico Ministero ritiene ipotizzabile la violazione quantomeno degli articoli 501-bis (Manovre speculative su merci) e 640 (Truffa aggravata) del Codice penale. Ciò “per avere compiuto manovre speculative ed aver posto in essere artifici e raggiri, consistenti nell’aver volontariamente livellato, concordandoli, salvo modesti spostamenti, i prezzi dei prodotti petroliferi alla pompa, in modo da minimizzare le possibilità di minor guadagno derivanti dall’applicazione dei principi della concorrenza sul mercato nazionale, quindi con danno economico di un numero indistinto e indeterminabile di fruitori del servizio - indotti in errore, ma in ogni caso privi di reale possibilità contrattuale, nella considerazione che le principali compagnie petrolifere agiscono in regime di oligopolio”.
 
COSA FARANNO A ROMA E MILANO? - Si tratta ora di vedere quali saranno gli sviluppi della vicenda; in particolare come sarà recepita dalle Procure della Repubblica di Roma e Milano, a cui dovranno essere trasmessi gli atti per competenza, dopo il respingimento per assenza di competenza territoriale da parte del Tribunale di Varese.


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Ritratto di mecner
4 aprile 2013 - 16:58
Si sono decisi nella G.d.F. ad iniziare un'indagine a carico delle Compagnie petrolifere che operano in Italia. Chiediamoci perchè il prezzo alla pompa del carburante venduto in Italia costa (minimo) il 20% in più al litro che all'estero ??? E daiii..............
Ritratto di abarth1285
5 aprile 2013 - 10:36
1
...sicuramente le compagnie sono delle vere e proprie associazioni a delinquere, ma non dimenticare che il 70% del prezzo di benzina e gasolio sono dati da accise (alcune delle quali risalenti al periodo del fascismo) e dall'iva che viene applicata sia sul prezzo del carburante che sulle stesse accise...tassa su tassa per capirsi...
Ritratto di HEC
4 aprile 2013 - 18:02
queste associazioni dei consumatori gridano solo laddove nessuno gli darà risposta... ma quale VERA concorrenza si può fare dove oltre i 2/3 del prezzo di vendita del carburante è fatto solo di tasse ? Tolti poi i costi di produzione, distribuzione e giusto guadagno, restano solo pochi spiccioli su cui fare sconti, ma di cosa parlano queste FINTE associazioni ? Guardate in rete, ci sono i grafici storici di andamento dei prezzi, vedrete che al di là delle solite lamente quotidiane sul caro carburanti, i FATTI dicono che l'andamento segue i prezzi internazionali, in su ed anche in giu, a parte ovviamente gli aumenti delle tasse. E vale anche come risposta a chi ancora oggi si chiede perchè all'estero costa meno !
Ritratto di ford 00
4 aprile 2013 - 18:13
Si approfittano tutti dell'italia...stranamente sono tutti altissimi i prezzi.ecco il perchè
Ritratto di lucios
4 aprile 2013 - 20:33
4
....maledetti! Spero trovino prove concrete per arrestarli tutti!
Ritratto di abarth1285
5 aprile 2013 - 10:42
1
ma finchè non si limita la pressione fiscale sui carburanti, divenuti da decenni un bene di prima necessità per la quasi totalità degli italiani, alla fine il risultato sarà pressochè nullo o poco più... paghiamo accise del 1935, paghiamo l'iva sulle accise (TASSA SU TASSA).... ditemi voi se una causa contro qualche compagnia petrolifera cambierà qualcosa... il problema vero, come il 99% dei problemi italiani, è da ricercarsi a Roma, in quei palazzi dove invece che lavorare per il bene del paese si lavora per il bene dei farabutti che ci stanno dentro... se nemmeno l'ultima bufera dovuta al M5S servirà a cambiare in parte le cose, le uniche alternative sono o scendere in piazza CATTIVI o emigrare e lasciare che spolpino quel poco che ancora rimane di questa fantastica Nazione.. dannati politici..
Ritratto di Giuseppemaria
5 aprile 2013 - 11:38
Ragazzi bisogna svegliarci, il carburante è il termometro del nostro paese, ipotizziamo che costerebbe 1 euro al litro prezzo fisso per gasolio e benzina, secondo voi il 30/40 % delle persone non che guidano non penserebbero di cambiare macchina !!! e di sicuro l'economia riprenderà a funzionare magari con aziende che ricominciano a lavorare, lavoratori che vengono riassunti, supermercati che abbasserebbero i prezzi perchè il trasporto costerà di meno e a catena ripartiremo superando la crisi, non ci crdete !!!! proviamo per un anno ..... riflettete gente. Ps.scusate ma chi ci governa non vuole che la nostra Italia riparti è molto meglio tenere la gente al limite di povertà e avere un bel distacco tra i potenti.
Ritratto di Rey
5 aprile 2013 - 15:04
2
sono d'accordo con te in tutto e per tutto. Se si abbassasse il prezzo del petrolio tutti i costi si abbasserebbero di conseguenza e la "ricchezza" dei cittadini si innalzerebbe immediatamente di conseguenza. Ma non sarà mai così
Ritratto di alvolante06226
5 aprile 2013 - 12:52
Per uscire dalla crisi la soluzione e': DETASSAZIONE TOTALE DI TUTTE LE FONTI ENERGETICHE. Altre manovre non servono, questa e' la soluzione!!!!!!
Ritratto di DaveK1982
7 aprile 2013 - 13:48
7
soprattutto a causa delle tasse!