VIDEOGIOCO PER NIENTE VIRTUALE - Circuito di Ecuyeres, 90 km a nord-est di Parigi: sul nero nastro d’asfalto è acquattato un oggetto dello stesso colore, con qualche pennellata d’azzurro e un aspetto guerriero. È la Citroën Survolt, il prototipo di una piccola coupé (385 cm la lunghezza) “animata” da una coppia di motori elettrici (montati al retrotreno) che sprigiona, in totale, 350 cavalli. Ad alimentarli provvedono due batterie agli ioni di litio, che pesano ben 140 kg ciascuna (in totale, sulla bilancia la Citroën Survolt fa segnare 1150 kg): una è sotto il sedile del guidatore, l’altra nella parte posteriore dell’auto. Anche se la Citroën Survolt sembra uscita da un videogioco, non ha nulla di virtuale: la fibra di carbonio di cui sono fatti la carrozzeria e la scocca si può toccare con mano. Giriamo intorno alla “belva”: i fari nascosti sotto il bordo spiovente del cofano sembrano guardarci come gli occhi di un predatore; più in basso, spoiler affilati come artigli danno l’idea di voler “tirare una zampata”. Nel centro del muso spiccano le cromature della rotonda mascherina e con il logo della casa francese. Più in alto, i montanti del tetto posteriori si prolungano fin sui larghi parafanghi, creando un deflettore aerodinamico. Infine, sulla coda cortissima, troneggia un ampio alettone, mentre, nel centro del paraurti, spunta un convogliatore aerodinamico degno di una Formula 1.
QUESTI CAVALLI... SIBILANO - Apriamo la porta, che si solleva verso l’alto come quelle delle Lamborghini, lasciando poco spazio per entrare, o meglio, per calarsi nel piccolo abitacolo, con i sedili molto profilati e a pochi millimetri da terra. Il carbonio e i tubi del roll-bar ci avvolgono in un’atmosfera corsaiola. Impugnamo il piccolo volante con al centro lo schermo che visualizza tutte le informazioni sul funzionamento dell’auto. Alla sua sinistra, nella plancia, c’è il tasto per avviare i motori elettrici. Lo premiamo e… silenzio! Lì per lì ci rimaniamo male, ma i tecnici della Citroën ci dicono che di rumore ne sentiremo parecchio. Selezioniamo “marcia avanti” (le auto elettriche sono sprovviste di rapporti di trasmissione), diamo un filo di gas (o meglio, di corrente) e la Citroën Survolt scatta con molta prontezza verso la prima curva. Una robusta premuta al pedale del freno e un bel colpo di sterzo (diretto ma non servoassistito, per cui il volante è duro da ruotare) e la traiettoria è impostata: la coupé, che ha sospensioni rigidissime, s’inserisce in curva con la prontezza di un kart. Ridiamo gas per affrontare un altro rettilineo, la velocità sale, ed ecco il rumore che ci avevano anticipato i progettisti: niente rombo da macchina da corsa, ma un sibilo sempre più acuto al crescere della velocità. Ancora altre curve, altri “allunghi” e prendiamo sempre più confidenza con la Citroën Survolt. Bandiera a scacchi, il nostro test è finito. Ci sentiamo così “sballottati” dalla rapidità con cui questa “belva” reagisce ai comandi che troviamo una risposta al significato del suo nome: survolté è un modo di dire francese, che significa sovraccaricato.
CON UNA RICARICA, QUASI MEZZ'ORA DI BRIVIDO - Dopo le “sensazioni forti”, parliamo di numeri: i cinque secondi che la Citroën promette per scattare da 0 a 100 km/h con quest’auto e i 260 km/h di velocità massima, ci sono sembrati verosimili. Con una ricarica completa (in dieci ore utilizzando la corrente a 220 V) la casa dice che le batterie reggono 25 minuti di pista. Invece, nell’utilizzo sulle strade normali, dovrebbero fornire energia sufficiente per percorrere circa 200 chilometri. Ma, visto che la Citroën Survolt è soltanto un prototipo, non ci pare così importante: purtroppo questa coupé non sarà prodotta in serie.