TUTTO IN PIAZZA - C’è aria di trasparenza nel mondo e sempre di più vengono resi pubblici gli emolumenti dei top manager. Di tutti i settori, auto compresi. Ultimi in ordine di tempo a intraprendere questa strada sono i coreani che nel novembre scorso hanno varato una norma che impone la pubblicazione di quanto guadagnano i manager di un paio di migliaia di grandi società coreane che fino ad ora erano tenute a comunicare il totale delle uscite per emolumenti del management.
IN DIFESA DEI PICCOLI AZIONISTI - Il primo grande manager a comunicare le sue prebende è stato il 76enne
Chung Mong-Koo (in primo piano
nella foto sopra), presidente della
Hyundai. La cosa è particolarmente rilevante in Corea, perché Chung Mong-Koo è qualcosa di più di un manager. È rappresentante di una delle grandi famiglie alla testa del mondo degli affari della Corea, attraverso i grandi conglomerati chiamati chaebol. E l’iniziativa governativa di imporre la diffusione degli emolumenti dei vertici viene spiegata come la volontà di ridurre lo strapotere dei gruppi societari dominanti nei confronti dei piccoli azionisti.
QUASI 10 MILIONI - Ebbene, per il 2013 Chung Mong-Koo ha avuto l’equivalente di 9,6 milioni di euro. L’importo è costituito da quanto percepito per il suo ruolo nelle società Hyundai Motor, Hyundai Mobis e Hyundai Steel (3,85 milioni di euro per la prima e 2,88 per ognuna delle altre due). Gli importi comprendono tutte le voci motivo di introiti da parte dei manager: salari, bonus e ogni altra voce ancora. Per la cronaca, secondo la classifica redatta da Bloomberg, Chung Mong-Koo è al secondo posto nella graduatoria degli uomini più ricchi di Corea, con una fortuna di 7,1 miliardi di dollari.
TOYODA SUPERVIRTUOSO - L’occasione della divulgazione dei guadagni di Chung Mong-Koo ha inevitabilmente dato la stura ai confronti con gli altri super manager del mondo dell’auto, sia giapponesi che americani. In Giappone l’obbligo della pubblicazione dei guadagni esiste per le figure che guadagnano più di 970 mila dollari annui, e nel mondo dell’auto il riferimento è Akio Toyoda, presidente della Toyota Motor Corporation, che nel 2012 ha guadagnato 184 milioni di yen (1,287 milioni di euro), equivalenti al 35% in più rispetto al 2012, ciò per la forte crescita dei profitti registrati dalla società (triplicati) ma che per scelta etica ha da tempo deciso di ridurre drasticamente i suoi guadagni. Carlos Ghosn, presidente della Nissan, ha invece avuto 988 milioni di yen (tutto compreso) pari a 6,9 milioni di euro con un lievissimo aumento dello 0,3% rispetto al 2012.
A MULALLY (FORD) 16,8 MILIONI - Dall’altra parte dell’Oceano Pacifico, il grande capo della Ford, Alan Mulally per il 2013 ha avuto diritto a 16,8 milioni di euro, di cui 1,45 milioni di euro come salario, 4,27 come bonus per i risultati ottenuti e 11,1 sotto forma di stock option (azioni); tutto ciò con un aumento dell’11% sul 2012. In casa General Motors, la neo presidentessa esecutiva Mary Barra quest’anno dovrebbe ricevere 10,45 milioni di euro. In Europa, il capo del gruppo Volkswagen, Martin Winterkorn, nel 2012 è stato ricompensato del suo lavoro con un importo complessivo 14,5 milioni di euro, mentre Dieter Zetsche il suo omologo del gruppo Daimler (Mercedes) ha avuto 8,15 milioni di euro. In casa nostra il più pagato è Montezemolo in qualità di presidente della Ferrari, con 5,5 milioni, seguito da Sergio Marchionne con 3,7 milioni.
LE MEDIE AMERICANE - Più in generale, può essere ricordato che nel 2012 la media dei guadagni del top manager delle prime 500 società della graduatoria di Standard & Poor era di 12,3 milioni di dollari annui (secondo la American Federation of Labor-Congress of Industrial Organizations (organizzazione di matrice sindacale americana). Ciò mentre la paga media dei lavoratori è di 34,6 mila dollari l’anno.