PER LA SICUREZZA - Un decreto subito operativo che introduca il reato di omicidio stradale: pare questa la strada che il Governo vuole percorrere per ridurre gli incidenti mortali causati da guidatori sotto l’effetto di alcol o droga (leggi qui la news). Una via molto più rapida rispetto a un eventuale disegno di legge, che richiede lunghe discussioni in Parlamento. A determinare l’accelerata, hanno contribuito i sinistri degli scorsi giorni, con due guidatori in grave stato d’ebbrezza (uno dei quali viaggiava contromano) che hanno causato feriti a Milano e a Roma.
COSA CAMBIERÀ - La soglia d’ebbrezza consentita è e resterà di mezzo grammo di alcol per litro di sangue (i neopatentati, invece, non possono bere neppure un goccio prima di guidare). Oggi, nel caso di incidente mortale provocato da un guidatore con tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi/litro o sotto l’effetto di stupefacenti, il codice penale prevede il reato di omicidio colposo (“involontario”, dovuto a imperizia, negligenza o imprudenza): la pena teorica va da 3 a 10 anni, e la patente viene revocata temporaneamente (la revoca definitiva scatta solo al secondo omicidio). Con il reato di omicidio stradale, la reclusione andrà da 8 a 18 anni, e la licenza di guida verrà subito revocata per sempre (“ergastolo della patente”). Ci si avvicina quindi al minimo previsto per l’omicidio doloso (“volontario”). Resta da valutare se la soglia sarà sempre di 0,8 grammi/litro oppure un’altra, e se l’arresto del responsabile dell’incidente (in quanto “pericolo pubblico”) possa avvenire anche a distanza di giorni dal sinistro.