FATTA CHIAREZZA - Il Tribunale di Torino ha stabilito che la revoca della patente, la punizione più severa nel caso di infrazioni al volante, non può superare in alcun caso i 3 anni, nei quali deve rientrare anche la sospensione cautelare in attesa di giudizio. Finora infatti la pena massima di 3 anni “scattava” alla fine del procedimento in Tribunale previsto nei casi di revoca della patente, decisa quando sono violate norme del Codice della Strada con rilevanza penale, come la guida in stato di ebbrezza o in contromano. Il guidatore di conseguenza poteva trovarsi senza patente in via cautelare nei mesi prima del processo e fino a 3 anni dopo la sentenza.
FINO A 5 ANNI - La questione è arrivata in Tribunale attraverso l’avvocato Marco Briccarello, che difendeva un ventisettenne di Alba (Cuneo) risultato positivo all’alcoltest dopo un grave incidente stradale a novembre 2013. Nel suo caso la sospensione cautelare è durata 2 anni, riferisce La Repubblica, dopo i quali sono iniziati i 3 di revoca. Il Tribunale Civile di Torino ha stabilito però che i 3 anni di revoca sono la punizione massima, perché i periodi di interdizione alla guida (cautelare e definitivo) non sono cumulabili. La revoca della patente è prevista in seguito alla perdita dei requisiti fisici, come ad esempio una malattia, o per motivi di condotta: non solo quindi per gravi infrazioni, ma anche per aver continuato a guidare dopo la sospensione.