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Voglia di “premium” in Russia

15 febbraio 2013

Il governo di Mosca vorrebbe una produzione nazionale di vetture di lusso per contrastare Audi, BMW e Mercedes.

Voglia di “premium” in Russia

UN MERCATO RICCO - L’anno scorso il mercato russo ha registrato un forte aumento delle immatricolazioni di modelli cosiddetti premium, cioè di lusso. La BMW è arrivata a 37.515, pari a un incremento del 33%, la Mercedes ha toccato quota 37.436, che significano un aumento del 29%, e infine l’Audi è cresciuta del 44% arrivando a 33.512 unità. I numeri e le percentuali testimoniano l’esistenza di un corposo spazio per le vetture di prestigio. Una realtà senz’altro attraente per chi  pensa di avere un prodotto adatto.

STATUS SYMBOL… DI STATO - Oltre a ciò, la Russia è un Paese molto orgoglioso ed è strisciante l’insoddisfazione per una realtà che rende inevitabile la scelta straniera se si desidera una vettura di pregio. A farsi interpreti di questo sentimento sono stati gli uomini di governo di Mosca, presidente Vladimir Putin in testa, che hanno manifestato esplicitamente l’auspicio che l’industria russa arrivi a produrre anch’essa dei modelli “Premium”. 
 
CON IL SOSTEGNO DELLO STATO - Recentemente il ministro del Commercio Denis Manturov ha espresso un pubblico invito ai costruttori russi ad avanzare delle proposte, assicurando che a fronte di un programma credibile ci saranno degli aiuti di Stato. Manturov ha detto che l’attuale produzione russa di questo tipo (la berlina della ZIL utilizzata dalle gerarchie istituzionali) non è sufficiente e che bisogna allargare questa produzione.
 
Nella foto in alto la Marussia B1, qui sopra la B2. Sono le uniche auto di lusso russe (anche se costruite in Finlandia dalla Valmet). Su un telaio in alluminio montano, in posizione posteriore-centrale, un motore V6 2.8 turbo sviluppato dalla Coswort abbinato ad un cambio automatico a 6 rapporti. Sono disponibili due livelli di potenza 360 o 420 CV. Il peso dichiarato è 1100 kg. I due modelli sono essenzialmente uguali dal punto di vista meccanico, ma hanno uno stile diverso.
 
BUSINESS NOTEVOLE - Evidentemente non è solo questione di orgoglio (ancorché la cosa non vada assolutamente sottovalutata); certamente pesa il fatto che le auto premium sono molto remunerative e probabilmente al Cremlino dà fastidio che tutta la massa di denaro che ruota attorno alle auto di prestigio finisca nelle mani dei costruttori stranieri.
 
PERPLESSITÀ DEI COSTRUTTORI - Finora pero i tre costruttori coinvolti nella cosa (ZIL, Marussia e GAZ) sono apparsi più perplessi che entusiasti della cosa. La ZIL, realtà molto piccola, ha fatto sapere che per ora è impegnata nella realizzazione di una vettura per il presidente Putin. La Marussia (nelle foto della galleria le due sportive B1 e B2) ha confermato che sta mettendo a punto un progetto del genere, mentre la GAZ ha rifiutato qualsiasi commento in attesa di conoscere concretamente che cosa desideri il governo. Come si vede non si ha l’impressione che siano entusiasmati dalla prospettiva. Perché è vero che c’è l’orgoglio nazionale, ma è anche sicuro che non bastano i desiderata del governo per conferire prestigio a un’automobile.


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Ritratto di Jinzo
15 febbraio 2013 - 16:59
fai aziende tue stesse e non importare piu altre auto... dice molto essere autarchici...l'autarchia fa bene per ogni paese...
Ritratto di bugatti veyron
15 febbraio 2013 - 18:57
si sa che sui mercanti emergenti e vasti le premium vanno bene.... e di questa concept Alfa Romeo cosa ne pensate??? per me è fantastica!! http://supercarandco.blogspot.it/2013/02/alfa-romeo-gloria-concept.html
Ritratto di Jinzo
16 febbraio 2013 - 11:56
sarà di sicuro una futura alfa brera di gran lunga migliore a quella che conosciamo... le forma sono molto ispirate a lei
Ritratto di Merigo
15 febbraio 2013 - 20:07
1
Tecnicamente l'operazione è fattibile. Con soldi a pioggia si può fare tutto, tecnicamente, ma il fascino, il blasone, la Storia non si costruiscono neanche con i soldi a pioggia. Gli stessi tedeschi per spingersi nel segmento del super lusso comprarono BMW la Rolls-Royce e VW la Bentley, mentre Daimler riesumò il vecchio marchio Maybach per poi comprarsi Aston Martin, così come per entrare nelle super sport a VW non è bastato vincere le 24 ore di Le Mans con le Audi e mettere a listino la R8, ma si è comprata Lamborghini. Quando mai l'oligarca russo vorrà una pur lussuosissima berlina russa senza che l'averla dimostri di essere ricco sfondato? Mai! Sarebbe come avere un orologio da un 1 kg d'oro, ma se non è un Rolex è solo 1 kg d'oro con le lancette. Non mi stupirebbe viceversa se qualche oligarca si proponesse per comprare un eventuale Chelsea dell'automobile, magari la Lotus che la malese Proton fa sì e no vivacchiare.
Ritratto di prinz4ever
16 febbraio 2013 - 05:45
3
le zil, la diceva tutto su quanto ci capiscono in fatto di auto. Con questa "uscita" non fanno che confermarlo. Questi pensano che dall' oggi al domani si possano produrre auto di prestigio, siamo oltre il limite del ridicolo. E poi ammesso che qualche costruttore locale riesca a produrre un' ottima vettura, il prestigio lo comprano al supermercato come un bollino? ed il mercato che si orienta alle solite note, immagino non aspetti altro che una zil di prestigio, giusto per farsi vedere ... mahhh!
Ritratto di opinionista
18 febbraio 2013 - 13:25
2
Russia e Cina, i mercati che ora possono spendere molti soldi, devono acquistare le nostre supercar non produrre modelli che non avrebbero comunque storia e immagine delle italiane e tedesche, i veri intenditori di certo sanno cosa mettere nel proprio garage.
Ritratto di betapleng@hotmail.it
18 febbraio 2013 - 19:39
Conosco la meticolosità dei russi nel prendere in esame le specifiche costruttive. Quindi ritengo siano perfettamente in grado di dar corpo ad un brand di veicoli di categoria superiore. L'unico appunto che mi permetto di consigliare è di coinvolgere nella progettazione, nella fattibilità e nell'industrializzazione dei prodotti i tecnici (già disponibili) ad assumersi quei compiti di perfezionamento e di immagine che dovranno essere riversati nella produzione. Un saluto