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Salvini: “Ritiro a vita della patente per chi guida ubriaco o drogato”. Cosa ne pensate?

di Alessandro Ascione
Pubblicato 12 dicembre 2022

Dopo i recenti incidenti mortali causati da alcol e droga, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, propone il cosiddetto ergastolo della patente. Un’idea già lanciata da alcune associazioni nel 2010.

Salvini: “Ritiro a vita della patente per chi guida ubriaco o drogato”. Cosa ne pensate?

“UN POTENZIALE ASSASSINO” - Mentre non si placano le polemiche sui recenti sinistri mortali dovuti ad alcol e droga, interviene il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini (nella foto sopra), con una proposta destinata a far discutere. Queste le sue parole in occasione della presentazione del rapporto sulla sicurezza stradale Dekra: “Chi si mette alla guida ubriaco marcio o drogato deve sapere che è un potenziale assassino. Quindi serve il ritiro a vita della patente”. È il cosiddetto ergastolo della patente (qui per saperne di più), di cui si parlò già nel 2010. Obiettivo, arginare il fenomeno degli incidenti dovuti a una grave alterazione psicofisica dopo l’assunzione di sostanze. Una piaga che, fra l’altro, sfugge alle statistiche ufficiali, in quanto manca un numero sufficiente di rilievi delle forze dell’ordine. 

QUANTO ALCOL? - Il ministro non è sceso in dettaglio: comunque, per quanto riguarda l’alcol, il riferimento riguarda chi guida con oltre 1,5 grammi di alcol nel sangue. In caso di incidente mortale, scatterebbe l’ergastolo della patente. È presumibile invece che il massimo della pena non scatti per le due "fasce" precedenti: da 0,5 a 0,8 grammi, e da 0,8 a 1,5 grammi. Da capire eventualmente il da farsi coi neopatentati: per loro, c'è la tolleranza zero, non potendo bere neppure un goccio di alcol prima di porsi alla guida.

CHE COSA DICE LA LEGGE OGGI - Chi commette un incidente con morti o feriti sotto l’effetto di alcol o droga viene processato per il reato di omicidio e lesioni stradali colposi, ossia dovuto a imperizia e imprudenza: reclusione da due a 18 anni, sospensione della patente sino a 30 anni. Pene massime che scattano in casi rarissimi, in presenza fra l’altro della fuga dell’automobilista dopo l’incidente (pirateria stradale). Il primo tentativo di introdurre norme con maggiore forza deterrente risale a un disegno legge del 2010 proposto da alcune associazioni: prevedeva il reato di omicidio e lesioni stradali stradale dolosi, intenzionali, con pene molto severe, per punire chi, consapevolmente, ubriacandosi o drogandosi, sapeva di poter uccidere in auto. La proposta ipotizzava pene sino a 30 anni di reclusione e l’ergastolo della patente. Nel corso della discussione parlamentare, la norma venne annacquata, sino al reato di omicidio e lesioni stradali colposi del 2016.

IL PROBLEMA DEL DROGATEST - Comunque, anche se l’idea di Salvini diventasse realtà, resterebbe un secondo punto che suscita da sempre discussioni in fatto di stupefacenti: il codice della strada punisce solo i guidatori in stato alterato da droga al momento del sinistro. Occorre ossia dimostrare che il soggetto era in condizioni alterate da droga durante la guida. La Corte costituzionale, con ordinanza numero 277 del 2004, ha in sintesi affermato:  la norma non vieta di guidare dopo avere usato stupefacenti, ma assoggetta a sanzione penale la condotta di chi si metta alla guida in uno stato di alterazione indotto dall’uso di sostanze stupefacenti.

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“PUNTI PATENTE: URGE UN INTERVENTO” - Salvini mira a una profonda revisione delle regole: “Abbiamo un codice della strada di 30 anni fa con alcuni aggiornamenti. Vorrei convocare un tavolo già prima della fine anno, la prossima settimana". Il ministro intende anche “intervenire sui punti patente, perché stando alle statistiche di qualche anno fa gli italiani erano corretti alla guida. Infatti, il 98% ha più di 20 punti. Fra gli zero e nove punti ci sono solo 100.000 persone”. Insomma, la patente a punti non fa paura e non fa calare i sinistri. Il leader leghista vuole mettere mano anche alla normativa sui monopattini elettrici, protagonisti di un’impressionante sequela di incidenti con feriti anche gravi: “Dobbiamo identificare non tanto i ciclisti quanto i conducenti di monopattino, che nella sua versione elettrica raggiunge velocità su strada o sul marciapiedi, ahimè, notevoli. Rendere più sicura la guida sulle due ruote e sul monopattino elettrico, con la targa”. Imponendo anche l’obbligo di casco, oggi solo per i minorenni. Alle proposte di Salvini si aggiungono quelle del viceministro Galeazzo Bignami, che desidera “introdurre un incremento di sanzioni in base al reddito”. Dopo “un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni”.



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Ritratto di sagittario67
15 dicembre 2022 - 07:18
Ha ragione
Ritratto di mika69
15 dicembre 2022 - 08:40
Tendenzialmente sono d'accordo. Anche se c'è chi con 0.4 già è marcio e chi con più di 1 è ancora lucido. Non è semplice. Però una stretta è assolutamente necessaria.