RISPETTA LA COSTITUZIONE? - La “partita” sulla scatola nera (il dispositivo elettronico montato sull’auto che rileva la dinamica dei sinistri, proposto dalle compagnie assicurative in cambio di uno sconto sulla polizza) si giocherà davanti alla Corte costituzionale. In base alla legge Concorrenza approvata un paio di mesi fa, le risultanze della black box farebbero “piena prova” nel processo civile. Ma, secondo l’ordinanza del giudice di pace di Barra (Napoli), questo comporta che non possano essere ammesse testimonianze per dimostrare il contrario. Come spiega Massimo Perrini, consulente Unarca (Unione nazionale avvocati responsabilità civile e assicurativa), per il giudice una simile interpretazione è a rischio incostituzionalità: una norma che preveda la prevalenza delle risultanze della scatola nera su ogni altra prova nel processo, confligge col principio di parità tra le parti (previsto dall’articolo 111 della Costituzione).
CHI È SENZA BLACK BOX È SVANTAGGIATO - Tutto questo si riflette sull’assicurazione Rca. In caso di sinistro fra un’auto con scatola nera e una senza, la compagnia della prima vettura avrebbe un vantaggio illegittimo rispetto all’altro automobilista, la cui parola avrebbe un peso notevolmente inferiore rispetto alle risultanze del dispositivo. Si troverebbe inoltre a dover dimostrare eventuali malfunzionamenti dell’apparecchio. Senza considerare che le risultanze della black box non sono univoche: devono essere comunque interpretate dallo stesso assicuratore che ha fatto installare l’apparecchio.