VERDE, GIALO ROSSO - La vicenda è di quelle note: la durata del giallo dei semafori di Segrate (MI) accorciata a mestiere (4 secondi) e telecamere pronte a registrare la targa degli ignari cittadini passati con il rosso. Nella “trappola” erano finiti quasi 40.000 automobilisti che si sono visti recapitare multe per 152 euro ciascuna. L’inchiesta avviata dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo aveva scatenato un vero e proprio polverone mediatico. Nel mirino erano finiti il sindaco di Segrate, il comandante della polizia municipale e altre sei persone. Le accuse erano gravi: associazione per delinquere, abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Il magistrato aveva chiesto condanne fino a cinque anni di carcere sostenendo che si era permesso al comune di fare cassa grazie ad appalti irregolari e strumenti volutamente settati per ingannare gli automobilisti.
NON C’È TRUCCO NÉ INGANNO - Come riporta il Corriere della Sera, il collegio della quarta sezione del Tribunale di Milano ha però ribaltato la richiesta della pubblica accusa dichiarando assolutamente regolari i semafori T-red. Sei degli imputati, fra cui il sindaco di Segrate e il comandante della polizia municipale, sono stati così assolti. Condannati invece per gli appalti irregolari, a quattro anni Raul Cairoli, amministratore della Ci.Ti.esse (l’azienda che distribuiva gli apparecchi) e a un anno con sospensione condizionale della pena Giuseppe Astorri, direttore commerciale della Scae Spa aggiudicatasi l’appalto per l’installazione dei T-red. I circa 150 cittadini che si erano costituiti parte civile non riceveranno dunque alcun risarcimento, dura la reazione del Codacons: “un’occasione persa per una svolta nella difesa dei consumatori contro gli abusi della pubblica amministrazione”.