CAPRO ESPIATORIO - Non sono bastati i più cospicui incentivi messi in campo dal governo per il 2024 (qui tutti i numeri), per appianare le tensioni tra l’esecutivo e Stellantis. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, Carlos Tavares (nella foto sopra), ceo del gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA, è nuovamente andato all’attacco del governo: “L’Italia dovrebbe dare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico anziché attaccare Stellantis per il fatto che produce meno nel nostro paese”, ha detto. Secondo Tavares, il governo avrebbe preso Stellantis come capro espiatorio “nel tentativo di evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l'acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in l'Italia”.
CI DIANO DELLE QUOTE - Pronta la replica del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (nella foto sopra): “Se Tavares o altri ritengono che l'Italia debba fare come la Francia, che recentemente ha aumentato il proprio capitale sociale all'interno dell'azionariato di Stellantis, ce lo chiedano”. Il mese scorso la premier Giorgia Meloni aveva criticato Stellantis per gli sforzi volti a spostare la produzione automobilistica in paesi a basso costo. “La differenza tra noi e la Francia è che loro sono nel capitale sociale e noi no”, ha continuato Urso. L’equilibrio tra Italia e Francia nel consiglio di Stellantis è proprio uno dei punti di attrito: la Francia detiene il 6% delle azioni di Stellantis e ha anche rappresentanti nel consiglio di amministrazione, al contrario dell’Italia che non ha né quote ne rappresentanti.
SI GARANTISCA L’OCCUPAZIONE - Di questa guerra sono preoccupati i sindacati, in particolare per gli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano che sarebbero quelli più a rischio: “Non si possono dare soldi pubblici senza garanzie: ora risposte al paese. Chiediamo alla presidente del Consiglio un incontro urgente con l'amministratore delegato e le organizzazioni sindacali per garantire la produzione e l'occupazione nel nostro paese”, auspica Michele De Palma, segretario generale della FiomCgil.