NUOVI ORIZZONTI - Cambio di strategia per la Renault: per far fronte alle esigenze ambientali (riduzione della media delle emissioni di CO2) non punta più soltanto sull’auto elettrica, ma prende in considerazione anche la soluzione ibrida. Non è una indiscrezione o una deduzione; ad annunciare che la Renault introdurrà dei modelli ibridi nella sua gamma è stata la voce più autorevole in materia: Marc Bodin, direttore delle strategie tecniche per la Renault.
PER NON TROVARSI IN RITARDO - Per ora è un orientamento generale, ma il fatto di avere posto un termine entro cui ci sarà la novità - il 2020 - lascia intendere il cambio di orientamento. Finora da parte della Renault c’era sempre stata una netta difesa della trazione elettrica, escludendo qualsiasi impegno nell’ibrido. Ma evidentemente la diffusione dei veicoli elettrici sta procedendo troppo a rilento rispetto a quanto era stato preventivato, e dunque la strada dell’ibrido è divenuta inevitabile per le questioni ambientali.
IDEE DALLA F1 - Bisogna anche dire che la cosa ha un suo supporto di rilievo nell’impegno che la Renault ha in Formula 1. Dall’anno prossimo il sistema motopropulsivo della massima formula sportiva sarà appunto di tipo ibrido, con l’impiego di un motore termico 1.6 e più unità elettriche. Con tanta disponibilità di esperienza che la F1 mette a disposizione sarebbe strano se non ci fosse anche uno sfruttamento nelle vetture di produzione.
OBIETTIVO MINI IBRIDO - Inoltre, già l’anno scorso c’erano stati dei riferimenti ad attività di ricerca in tema di ibrido, in particolare puntando a realizzare soluzioni a basso costo. Un’ipotesi del genere che gli ingegneri Renault stanno prendendo in considerazione è quella dell’abbinamento del motore termico a una piccola unità elettrica (di una decina di kilowatt) capace di incrementare la resa del motore termico ma non di spingere l’auto da sola, se non nelle fasi di parcheggio. Il miglioramento sul piano dei consumi sarebbe attorno al 10-20%.
IPOTESI PLUG IN - Un’altra ipotesi allo studio è quella dell’ibrido plug-in, che impiega un motore elettrico di almeno una quarantina di kilowatt e può muoversi con la sola trazione elettrica pur avendo la sicurezza che in caso di mancanza della necessaria carica elettrica, la vettura si può muovere ugualmente grazie al motore termico.
A 4 MANI CON LA NISSAN? - Su quali siano le prospettive produttive non è stato fornito alcun chiarimento. Fatto salvo sottolineare che l’ibrido low cost (chiamato anche mild-hybrid) offrirebbe il vantaggio di poter essere impiegato su modelli di grande diffusione, che è poi l’obiettivo della Renault, piuttosto che mettere a punto un sistema magari ottimo, ma che presuppone costi parecchio alti. Tra le possibilità esistenti, c’è anche quella del ricorso alla collaborazione tecnica con la Nissan, socia nella Alleanza Renault-Nissan. La Nissan infatti ha affrontato il discorso ibrido prima della Renault, e il prossimo anno dovrebbe lanciare il suo primo modello di questo tipo.
FORSE L’ESPACE PER PRIMA - Finora non ci sono indiscrezioni su quali potranno essere i modelli da “ibridizzare”, ma è fin troppo facile pensare alla prossima Espace, la cui concept car al salone di Francoforte è stata presentata sulla base di una meccanica ibrida. Tra i possibili scenari dell’adozione dell’ibrido da parte della Renault, il manager-stratega della Renault Marc Bodin, ha anche anticipato che l’ibrido sarà uno dei prodotti di punta della produzione cinese, quando partirà il nuovo stabilimento per il quale la Renault ha chiesto l’autorizzazione.
IBRIDI ANCHE I FURGONI - Intanto l’Unione Europea ha dato il proprio parere favorevole al finanziamento di 21 milioni di euro che lo Stato francese ha messo a disposizione della Renault per sviluppare un sistema ibrido diesel più elettrico per i veicoli commerciali. La ricerca è compiuta da Renault in collaborazione con Valeo e Continental. Primi modelli a impiegare il nuovo sistema saranno il Renault Trafic e il Master.