CONTRO IL DOPPIO INCASSO - Unasca all’attacco dell’aumento delle
tariffe Pra (vedi
qui la news). L’Unione nazionale studi di consulenza automobilistica ha presentato un ricorso al Tar del Lazio perché il decreto dell’ex governo Monti (che fissa i rincari) “vìola il principio di uguaglianza”. Secondo l’Unasca, “l’Aci incassa l’aumento degli introiti non solo sui servizi che effettivamente eroga presso gli sportelli Pra, ma anche su tutti quelli che vengono autonomamente gestiti dalle agenzie private”. Infatti, prosegue l’Unasca, “il decreto prevede che il cittadino paghi in ogni caso le nuove tariffe all’Aci, sia che si rechi in un’agenzia, sia che si rechi al Pra”.
DAL 2000 ESISTE LO STA - Eppure, ricorda l’Unione nazionale studi, “dal 2000, con l’avvento dello Sta (lo Sportello telematico dell’automobilista), le agenzie vengono incaricate di eseguire oltre il 75% delle pratiche, sostenendone i relativi costi di gestione, mentre il Pra opera e sostiene costi solo per la restante quota di pratiche”. In definitiva, conclude l’Unasca, il decreto è “contraddittorio e immotivato: l’aumento delle tariffe non è, come indicato nella sua premessa, dovuto a un adeguamento ‘ai costi effettivamente sostenuti’ dall’Aci”.
AUMENTI PER 30-40 MILIONI - L’Unasca stima che l’aumento delle pratiche auto per il 2013 sia di 30-40 milioni di euro, “che si abbatte su cittadini, imprese e su tutto il mercato dell’auto già in crisi nera. Per tagliare i tantissimi sprechi noi puntiamo alla creazione di un unico archivio pubblico e alla carta di circolazione europea dei veicoli, abolendo l’inutile doppio archivio pubblico Motorizzazione-Pra, gestito il primo dal ministero dei Trasporti e il secondo dall’Aci”. Nel 2012, secondo i calcoli dell’Unione nazionale studi, ammonta a più di due miliardi di euro quanto pagato dagli utenti per l’imposta provinciale, le doppie tasse e i doppi costi di gestione del sistema.