DA OGGI - Dopo 19 anni, salgono le tariffe del Pubblico registro automobilistico (Pra): +30%. Sono aumenti che colpiscono chi compra un veicolo o un rimorchio, chi deve radiarlo e chi effettua altre pratiche. Lo prevede un decreto del ministero dell’Economia. Da oggi, 2 aprile, le pratiche per la prima iscrizione, il rinnovo dell’iscrizione e il passaggio di proprietà costano 27 euro (anziché 20,92 euro). Per le minivolture (i passaggi di proprietà ai commercianti), servono 13,5 euro (contro 7,44), mentre ne occorrono 9 (e non più 6,2) per il certificato di stato giuridico e 6 euro (addio ai vecchi 2,84 euro) per le visure. I nuovi importi non si applicheranno alle richieste presentate prima del 2 aprile. Invece, sono introdotte esenzioni per le perdite di possesso, le iscrizioni e le cancellazioni dei fermi amministrativi e per le formalità a favore dei disabili.
BATOSTA PER LE FLOTTE - I rincari pesano su tutti, privati inclusi, ma ovviamente a essere più colpiti sono i grandi utenti, che effettuano migliaia di pratiche l’anno: l’Assilea (associazione operatori leasing) critica l’aumento degli oneri burocratici che si somma agli inasprimenti delle tasse degli ultimi anni. Secondo il governo Monti, questi rincari vanno a sostituire i compensi che l’Aci percepiva dalle province, come esattore dell’Imposta provinciale di trascrizione: compito ora svolto gratuitamente (come previsto dal decreto sul federalismo fiscale del 2011). Inoltre, dice il decreto, c’è la “necessità di garantire l’autonomo equilibrio economico-finanziario del servizio”: il problema è che, con la crisi del mercato auto, le pratiche sono diminuite, e di riflesso gli incassi per l’apparato burocratico. E il Pra, per sopravvivere, chiede “ossigeno” ai cittadini.