POLARIZZANTE - Da quando è stato svelato per la prima come concept car alla fine del 2019, il Tesla Cybertruck ha fatto discutere. E non poteva che essere così, visto il suo design “alieno”, una carrozzeria in acciaio inossidabile e spigoli vivi che da subito hanno posto più di un dubbio in quanto all’omologazione e al superamento dei crash test. Perplessità che con l’arrivo della versione di serie qualche mese fa si sono rivelate fondate, ma solo parzialmente: in Europa questo grande pick-up elettrico non rispetta le normative sulla sicurezza dei pedoni e per questo motivo non può essere venduto ufficialmente, mentre in America dove i grandi pick-up sono la norma e la legislazione è differente, il Tesla Cybertruck è potuto arrivare sul mercato senza alcun problema.
UN ENORME TRIANGOLO - E così, sebbene sulle strade italiane molto difficilmente lo vedremo circolare, la Tesla non ha voluto perdere l’occasione di mostrare anche al pubblico europeo il suo veicolo più polarizzante in un tour che ha toccato le principali città italiane, tra cui Milano dove abbiamo avuto modo di ammirarlo dal vivo e salire a bordo. Le dimensioni ovviamente sono “extra large”, simili a quelle dei pick-up più popolari negli Stati Uniti come il Ford F-150 e il RAM 1500: sono 568 i cm di lunghezza, ma dal vivo sembrano ancora di più, dato che le sponde del cassone si raccordano alla cabina senza soluzione di continuità creando quella particolare forma triangolare che caratterizza la fiancata del pick-up. Una soluzione che ha permesso agli ingegneri della Tesla di integrare anche una copertura motorizzata del cassone che si comanda attraverso pratici pulsanti posti sul retro del veicolo.
DESIGN “TAGLIENTE” - L’originale carrozzeria in acciaio inossidabile dona una sensazione di grande robustezza, ma in alcuni punti non sembra rifinita al meglio: il bordo della portiera con il quale si viene a contatto tutte le volte che ci si mette al volante - visto che non è presente la maniglia - non è stato smussato, ma è quasi “affilato” al tatto. Lo stesso discorso vale per gli angoli del Tesla Cybertruck, specie nella zona anteriore dove, però, non si viene spesso a contatto: l’apertura del bagagliaio frontale - abbastanza grande (oltre 200 litri) - è motorizzata.
COME È FATTO DENTRO - Una volta a bordo, il Tesla Cybertruck si contraddistingue per materiali e soluzioni simili agli altri grandi pick-up americani, uniti al minimalismo del design degli interni tipico delle vetture Tesla. Ci sono ampi vani rivestiti in gomma sparsi un po’ per tutto l’abitacolo, con le finiture in gomma che la fanno da padrona un po’ in tutta la parte bassa, per resistere a possibili impieghi più gravosi del veicolo, magari in ambito lavorativo. I tasti fisici sono ridotti al minimo indispensabile per legge, con tutti i comandi integrati nel grande schermo centrale del sistema multimediale (di 18,9”) che funge anche da cruscotto. Il display ad alta risoluzione è super reattivo e integra grafiche molto curate: peccato soltanto che alcune funzioni siano integrate in lunghi menù a scorrimento poco pratici, specie mentre si è movimento. Anche chi siede sul divano, spazioso, ha a disposizione uno schermo di 9,4” dal quale si controlla la climatizzazione, la musica e la riproduzione video. In generale la qualità degli assemblaggi e degli accoppiamenti ci è parsa di buon livello, insieme alle poltrone comode e ampiamente regolabili.
LE NOVITÀ SONO SOTTO PELLE - Al di là del design, la cui valutazione è soggettiva, il Tesla Cybertruck risulta interessante dal punto di vista meccanico, perché proprio con questo modello il colosso americano ha sviluppato diverse tecnologie non ancora presenti sul resto della gamma. Il Cybertruck è la prima Tesla ad essere dotata delle quattro ruote sterzanti, dell’architettura a 800 volt per ricariche in corrente continua più veloci (fino a 350 kW) e dello steer by wire. Questo sistema prevede l’eliminazione di qualunque collegamento fisico tra il volante e le ruote, in favore di un “cervellone” elettronico che traduce gli input del guidatore nell’effettivo angolo di sterzo del veicolo: il vantaggio principale di questa tecnologia risiede nella completa variabilità del rapporto di sterzo: alle bassissime velocità basta ruotare il volante di meno di 180° per effettuare tutte le manovre, mentre non appena le andature si fanno più sostenute il volante diventa sempre meno “sensibile” per garantire stabilità. Anche il pacco batteria utilizzato dal Cybertruck è diverso da quello delle altre Tesla: svolge una funzione portante nella scocca del veicolo e utilizza celle dalla maggiore densità energetica (circa il 10% in più a parità di dimensioni).
VA MOLTO FORTE - Per quanto riguarda le potenze e le autonomie, negli Stati Uniti il Cybertruck viene offerto in tre configurazioni, Rear Wheel Drive, All-Wheel Drive (entrambi in arrivo nel 2025) e Cyberbeast. Le consegne sono iniziate proprio con quest’ultima, la variante più potente, equipaggiata con 3 motori elettrici (due al posteriore, uno davanti) per 857 CV (845 CV britannici, hp) di potenza combinata. Lo scatto da 0 a 60 miglia orarie (96 km/h) è coperto in appena 2,6 secondi e l’autonomia secondo il ciclo di omologazione americano è di 515 km. La versione a trazione integrale utilizzerà lo stesso pacco batteria, abbinandolo a due motori elettrici per una potenza complessiva di circa 600 CV uno scatto da 0 a 60 miglia orarie in 4,1 secondi e un’autonomia maggiore, pari a circa 550 km. La versione più economica sarà quella a sola trazione anteriore, contraddistinta anche da un pacco batterie più piccolo per 400 km di autonomia stimata. I prezzi in America del Tesla Cybertruck vanno da 57.390 dollari (52.793 euro al cambio attuale) ai 96.390 dollari (88.669 euro) del “Cyberbeast”.