SEGNALI DI RIPRESA - L’auto giapponese sembra aver ripreso a correre. A quasi un anno dal terremoto che ha devastato il paese del Sol Levante e messo a dura prova le case nipponiche, costando il titolo di maggiore costruttore mondiale alla Toyota, scivolata al quarto posto anche per effetto delle alluvioni in Tailandia, i segnali di ripresa iniziano a farsi sentire. L’ha annunciato la stessa Toyota in occasione della presentazione della trimestrale di bilancio. La casa nipponica ha alzato dell’11% a circa 200 miliardi di yen (due miliardi di euro) le stime sugli utili netti relativi all’anno fiscale 2011/2012 (in Giappone l’esercizio si chiude a fine marzo) e profitti operativi in crescita del 35% a 270 miliardi di yen. Merito dei 30.000 veicoli venduti più del previsto, per un totale di 7,41 milioni. Insomma, la ripresa c’è ed è stata più rapida del previsto. Tanto da far sembrare addirittura troppo prudenti la stima di 8,58 milioni di veicoli venduti per l’anno prossimo (addirittura, ora c’è chi fissa l’asticella a quota 9,58 milioni di unità). Va meglio del previsto anche per la connazionale Nissan: la casa, partecipata al 43,8% dalla francese Renault, ha chiuso il terzo trimestre con utile netto e ricavi in crescita, rispettivamente, del 3,2% (a 82,7 miliardi di yen) e dell’10,9% (a 2.331 miliardi di yen).
NOVE MESI DA DIMENTICARE - Le previsioni di bilancio della Toyota sono tanto più indicative se confrontate con i dati sui primi nove mesi dell’anno fiscale: mettendo a confronto il periodo compreso tra aprile e dicembre 2011 con quello dell’anno precedente, gli utili netti della casa nipponica sono calati del 57,5% a 162,5 miliardi di yen, mentre il giro d’affari è sceso del 10,2% a 12.881 miliardi di yen, con vendite in calo del 9,4% a neanche 5 milioni di veicoli. Conti appesantiti anche dal continuo rafforzamento dello yen (la casa esporta ogni anno qualcosa come 1,7 milioni di veicoli).
CAMPAGNA DI RUSSIA - Intanto, prosegue la strategia di d’espansione del colosso nipponico nei mercati dalle più alte prospettive di crescita. La controllata Toyota Motor Russia, che produce la Camry, ha deciso di introdurre nuovi processi di punzonatura e stampaggio nell’attuale impianto di San Pietroburgo, che già svolge attività di saldatura, verniciatura e assemblaggio. Le nuove attività partiranno nel 2014 grazie a un investimento di 7 miliardi di yen.




