PESSIME STATISTICHE - L'anno scorso 26.000 persone hanno perso la vita sulle strade dell'Unione europea: 5.500 in meno rispetto al 2010, ma 300 in più che nel 2014. Secondo le stime della Commissione, inoltre, 135.000 persone sono rimaste gravemente ferite. Il costo sociale (riabilitazione, assistenza sanitaria, danni materiali) di tutto questo è stimato in almeno 100 miliardi di euro: per questo Violeta Bulc, commissaria responsabile per i Trasporti, esorta i Paesi membri a fare di tutto per raggiungere l'obiettivo di dimezzare il numero di vittime della strada dal 2011 al 2020. “Dal canto suo” - aggiunge - “la Commissione continuerà ad intervenire in quei settori nei quali le sue azioni possono infondere un chiaro valore aggiunto europeo. Il futuro della sicurezza stradale sarà sempre influenzato dalla tecnologia e dall'innovazione. Nel medio e lungo periodo, per esempio, la guida connessa e automatizzata potrebbe essere di enorme utilità per evitare le collisioni".
QUALI MOTIVI - Nel 2015 il tasso medio di mortalità nell'Ue era di 51,5 decessi per milione di abitanti, pressoché invariato rispetto ai due anni precedenti. Secondo la Commissione, gli utenti più vulnerabili (pedoni e ciclisti) vanno protetti maggiormente, con una migliore interazione, nelle nostre città, tra gli utenti della strada meno protetti e quelli motorizzati, ma anche con una più attenta applicazione della normativa stradale, lo sviluppo e la manutenzione delle infrastrutture, campagne educative e di sensibilizzazione. E il problema, come mostra la tabella nella galleria fotografica, riguarda pure l’Italia.