Mercedes R: faccia nuova e tanti cavalli in più

La Mercedes R è un’auto per pochi: dal 2006 ne sono state vendute solo 7000. D’altronde, costa parecchio e ha dimensioni poco compatibili con le nostre strade (da un paraurti all’altro, la versione “corta” misura 492 cm, quella “lunga” ben 516 cm); inoltre, alta come una suv con una linea che ricorda un po’ quella di una station wagon, ha un aspetto fin troppo originale. Per quanto appena aggiornata, questa “tedescona” non cambia granché: si riconosce per il frontale più “importante” dove spiccano i fari squadrati (e con luci diurne a led) anziché rotondi e la mascherina ingrandita. Diversi pure paraurti e specchietti.

Più interessante il rinnovato 3.0 V6 turbodiesel (quello del nostro test): guadagna ben 41 CV (da 224 è salito a 265). Questo motore, che si aggiunge a quelli ereditati dalla precedente versione (tutti diventati Euro 5), è disponibile anche nella versione più tranquilla da 190 CV e in quella da 211 CV (l’unica Euro 6). Per chi preferisce viaggiare a benzina, la scelta è fra il 3.0 V6 (231 CV), il 3.5 V6 (272 CV) e il 5.5 V8 (387 CV). I prezzi partono dai 55.890 euro per la R 300 CDI 2WD BlueEfficiency e arrivano agli 89.600 euro della R 500 4Matic Lunga. La R 350 CDI 4Matic del test è la Sport, che di serie ha l’assetto sportivo, i cerchi di 20 pollici, il navigatore, i sedili anteriori a regolazione elettrica, la protezione metallica nella parte inferiore del paraurti e sette posti. Tutti questi accessori mancano nella Executive, che, però, fa risparmiare 5.580 euro e senza rinunciare ai fari bixeno e ai sensori di distanza. Invece, con la Premium il prezzo sale di 5.850 euro rispetto alla Sport, ma in più ha le ruote di 21”, i rivestimenti in pelle e il tetto apribile in cristallo.

L’unica novità nell’abitacolo della Mercedes R è la possibilità di scegliere l’arredo bicolore: beige e marrone, oppure grigio chiaro e scuro. Per il resto, l’interno si fa ancora una volta apprezzare per le finiture di qualità (come ci si aspetta da una Mercedes) e per lo spazio così abbondante che, anche chi sta seduto nei due posti dell’ultima fila di sedili, viaggia bene; il difficile è raggiungerli: il divano della seconda fila ha la seduta fissa e si reclina solo lo schienale, lasciando uno stretto e scomodo passaggio. Il baule ha un piano di carico piatto ed è davvero ampio (550/1950 litri). E se si tirano su i due sedili (sono “annegati” nel pavimento) per viaggiare in sette, rimane un discreto spazio: 314 litri. Nella Mercedes R più lunga il bagagliaio va da un minimo di 316 litri fino a 2385.

Con 265 cavalli, la Mercedes R 350 CDI 4Matic Sport è molto scattante e i 7,6 secondi promessi dalla casa per toccare i 100 km/h partendo da fermi ci sono sembrati verosimili. Tuttavia, nel corso del test, l’auto ha dato l’impressione di consumare non poco e gli 11,8 km/l di media dichiarati non ci sono parsi realistici. Oltre che per la sua potenza, il “3000” a gasolio ci è piaciuto per il suo funzionamento molto morbido e per la silenziosità. Meno gradevole il cambio automatico: è lento nell’inserire le sette marce, anche usando le levette dietro il volante. Altro aspetto criticabile è l’agilità, purtroppo carente, nonostante le sospensioni pneumatiche Airmatic (1.433 euro) che permettono di scegliere (con un tasto nella consolle) una taratura più rigida o un’altra più morbida rispetto a quella standard. In compenso, complice la trazione integrale, la stabilità è elevata e la tenuta di strada sicura. Ma quel che ci ha più sorpreso sono i freni, così potenti e resistenti da non temere gli oltre 2000 kg di peso della Mercedes R.

PREGI
> Freni. Nel corso del test si sono dimostrati pronti ed efficaci nel rallentare questo “bestione”.
> Motore. Silenzioso e potente, garantisce progressioni rapide e “vellutate”.
> Spazio. Abbondante per le prime due file di sedili e anche nella terza non si sta affatto male.

DIFETTI
> Agilità. Nonostante le efficienti sospensioni Airmatic, gli oltre 2000 kg di peso si sentono: l’auto non è delle più maneggevoli.
> Cambio. Si apprezza per la dolcezza con cui passa da una marcia all’altra, ma non per la rapidità.
> Accessibilità dietro. Per arrivare alle poltroncine dell’ultima fila bisogna evitare gli schienali della fila centrale: lo spazio per passare è poco.