Può ospitare comodamente fino a sette persone ed è piuttosto pratica. Col 2.0 turbodiesel da 140 CV offre una discreta vivacità e consumi ragionevoli; piacevole anche la guida, ma l’insonorizzazione è insufficiente e la funzionalità del baule potrebbe essere migliore.
Posizione di guida | (1 vote) |
Cruscotto | (1 vote) |
Visibilità | (1 vote) |
Comfort | (1 vote) |
Motore | (1 vote) |
Ripresa | (1 vote) |
Cambio | (1 vote) |
Frenata | (1 vote) |
Sterzo | (1 vote) |
Tenuta di strada | (1 vote) |
Dotazione | (1 vote) |
Qualità/prezzo | (1 vote) |
Con poco meno di cinque metri di lunghezza e l’impostazione a metà strada fra una suv e una station wagon, questa originale famigliare offre un abitacolo spazioso, in grado di ospitare anche sette persone; peccato, però, che viaggiando in cinque ciò che è nel baule rimanga a vista. Rispetto alla Dodge Journey, dalla quale deriva, ha sospensioni irrigidite e servosterzo tarato per offrire guidabilità “all’europea”; vivace e sufficientemente parco, ma anche piuttosto rumoroso, il 2.0 turbodiesel da 140 CV.
Con i suoi 489 cm di lunghezza la Fiat Freemont si propone come grande e versatile auto da famiglia: un po’ monovolume e un po’ suv (per via della carrozzeria rialzata), ha una linea squadrata ma non priva di equilibrio, che non nasconde le sue origini d’Oltreoceano. La base da cui deriva, infatti, è la Dodge Journey, un modello venduto nel nostro paese in epoca precedente l’acquisizione della Chrysler da parte del gruppo Fiat.
Rispetto alla “gemella americana”, non soltanto offre un abitacolo ridisegnato (soprattutto nella plancia) e meglio rifinito, ma differisce anche nella taratura delle sospensioni, più rigide, e del servosterzo, che offre una risposta più “solida”: precisione e agilità sono adeguate ai gusti europei. “Made in Italy” anche il 2.0 turbodiesel: proposto nelle varianti da 140 (quello dell’esemplare in prova) o 170 CV, è abbinato a un cambio manuale a sei marce.
Come le dimensioni esterne lasciano intuire, a bordo lo spazio non manca: la Freemont può trasportare fino a 7 persone (ma se si sceglie la versione a 5 posti c’è un piccolo sconto), offrendo parecchio spazio per le gambe a chi viaggia sul divano e una sistemazione discreta anche a due adulti seduti in terza fila; peccato che, quando l’abitacolo è configurato a cinque posti, il contenuto del baule resti a vista perché manca il tendalino. Un altro difetto è l’insonorizzazione, poco curata.
Il divano diviso in due parti scorrevoli indipendentemente l’una dall’altra è di serie anche per la “base”, come pure il “clima” a tre zone e la chiave elettronica. Fra i due allestimenti proposti, quello denominato Urban è il più ricco e offre inclusi nel prezzo accessori quali le barre sul tetto, il sedile di guida con regolazione elettrica e quello del passeggero ripiegabile, i sensori di retromarcia e i vetri posteriori scuri.
Piuttosto tradizionale nell’impostazione, l’abitacolo è ben fatto e anche la disposizione dei comandi è corretta, eccezion fatta per la leva del cambio che – invece – è eccessivamente arretrata. Anche grazie al divano scorrevole l’agio per le gambe non manca neppure dietro, e all’occorrenza sulle poltroncine della terza fila due adulti sono ospitati decorosamente. Sebbene la sua capienza non sia ai vertici della categoria, il bagagliaio è ampio; peccato, però, che la soglia sia parecchio distante da terra e che quando si viaggia in cinque manchi il tendalino, sicché le valigie restano visibili dall’esterno.
Plancia e comandi
Anche se priva di slanci stilistici, la plancia appare curata come pure lo è la strumentazione, semplice e completa nelle informazioni (con il tachimetro provvisto pure di scala in miglia orarie). Facili da individuare e da raggiungere i comandi, con quelli del “clima” collocati nella plancia poco sotto lo schermo del navigatore (optional); la presa Usb per connettere un lettore di musica digitale all’impianto audio si trova, invece, nel pozzetto ricavato nel bracciolo anteriore. Nel vano portaocchiali che discende dal soffitto è integrato uno specchio retrovisore panoramico: è utile per controllare i bambini che viaggiano dietro. Pratiche anche le retine ai lati del tunnel e i due ganci appendiborsa dietro il sedile di guida, mentre risulta poco agevole da manovrare la leva del cambio, sistemata troppo indietro.
Abitabilità
Non larghissime e ben sagomate, le poltrone anteriori sono accoglienti; facile pure trovare la corretta posizione di guida, grazie alle ampie regolazioni del sedile (in gran parte elettriche, inclusa quella del supporto lombare) e del volante. Per chi sta dietro le cose non vanno peggio: il divano (rialzato rispetto ai sedili davanti a beneficio della visuale) è suddiviso in due sezioni scorrevoli di 10 cm in modo indipendente: lo spazio davanti alle ginocchia è parecchio. Inoltre, le due poltroncine in terza fila sono adatte a due adulti (sebbene lo spazio per le gambe sia limitato). Ricca la dotazione di portaoggetti: oltre che sul cassetto di fronte al passeggero – provvisto di serratura e di illuminazione, ma anche piccolo e non refrigerato – si può contare su un ampio vano nascosto sotto la seduta anteriore destra e su due botole posteriori che si aprono nel pavimento.
Bagagliaio
Il vano è grande, ma non mancano rivali che offrono di meglio, non solo in termini di volume di carico ma anche di praticità. Se, infatti, l’imboccatura è ampia, si devono pur sempre fare i conti con la soglia a 80 cm da terra e con l’impossibilità di coprire il vano di carico quando non si utilizza la terza fila di sedili (che fuoriesce facilmente dal fondo tirando un nastro). Non mancano, comunque, gli anelli fermacarico, mentre reclinando lo schienale della seconda fila non si formano gradini nel pavimento; all’occorrenza è anche possibile abbattere lo schienale anteriore destro, ottenendo una profondità utile di ben 280 cm.
Dati gli ingombri, nel traffico la Freemont è impacciata, e a peggiorare le cose c’è pure il notevole sforzo richiesto per azionare la frizione. Le cose vanno meglio fra le curve: pur non avendo un comportamento da sportiva, grazie alle sospensioni solide e allo sterzo preciso la maneggevolezza è superiore alle aspettative. A patto di stare sopra i 1800 giri il turbodiesel si rivela discretamente vigoroso, aiutato in ripresa dai rapporti corti. Fra i suoi pregi ci sono anche i consumi, tutt’altro che esagerati in rapporto alla stazza dell’auto; peccato, però, che a velocità autostradale il rombo del motore sia troppo presente, come pure si fanno percepire i fruscii aerodinamici.
In città
Il cambio a sei marce offre innesti brevi e precisi (anche se la leva, troppo arretrata, non è comoda), per quanto nella marcia a singhiozzo ci si affatichi a causa della pesantezza del pedale della frizione. Ma in città il vero limite è dettato dalle dimensioni “impegnative”, tanto più che i finestrini – piuttosto schiacciati per dare importanza estetica alla fiancata – nelle manovre non lasciano vedere granché; lo stesso vale per il lunotto, per cui in retromarcia è opportuno affidarsi ai sensori, correttamente previsti di serie.
Fuori città
Le sospensioni, con un semplice schema McPherson davanti e un più sofisticato multilink al retrotreno, impiegano ammortizzatori più duri e supporti in gomma irrigiditi rispetto a quelli della Journey. Il risultato è che questa grossa Fiat, pur senza essere sportiva, fra le curve non fa troppo percepire i suoi 1800 kg di peso e vanta una discreta agilità; promosso anche lo sterzo, mai troppo leggero. Sempre più che sufficiente la spinta offerta dal turbodiesel (a patto di tenerlo al di sopra dei 1800 giri), il quale è peraltro capace di consumi interessanti: guidando rilassati – ossia con lo stile che più si confà alla Freemont – si sfiorano i 16 km/l.
In autostrada
Data la massa e le dimensioni della vettura 140 CV potrebbero sembrare pochi, eppure in autostrada questa italoamericana non mostra il fiato corto neppure quando si deve riguadagnare velocità dopo un rallentamento: il “tiro” non manca, e a dare una mano ci sono i rapporti poco “distesi” del cambio (in sesta, a 130 orari corrispondono 2700 giri). Peccato, però, che l’insonorizzazione non sia ottimale: il rumore del motore e i fruscii aerodinamici sono sempre avvertibili. Di buon livello la precisione di guida e la stabilità, anche nei curvoni affrontati velocemente; migliorabile, invece, la frenata da alta velocità, anche se l’impianto si mostra comunque resistente allo stress.
La Freemont ha superato i crash test Euro NCAP con il punteggio massimo, ossia cinque stelle. Adeguata alla classe e al prezzo dell’auto la dotazione di sicurezza: oltre ai controlli elettronici di trazione e stabilità e ai sei airbag, ci sono i fendinebbia, il regolatore di velocità e il sistema di monitoraggio della pressione delle gomme. A pagamento si possono aggiungere soltanto i lavafari.
Assieme all’Esp (che integra il dispositivo antiarretramento in salita), fanno parte della dotazione di serie i poggiatesta anteriori attivi, sei airbag (quelli a tendina sono estesi a proteggere anche la testa dei passeggeri posteriori), il cruise control, i fendinebbia e i sensori di pressione delle gomme; nella Urban si può aggiungere a pagamento l’impianto lavafari, ma non i proiettori allo xeno che, invece, sono disponibili per la maggior parte delle rivali. Sottoposta ai crash test Euro NCAP, la Fiat Freemont ha ottenuto il massimo punteggio totale (5 stelle) accompagnata da valutazioni parziali dell’83% per quanto riguarda la protezione degli occupanti, dell’82 % per i bambini che viaggiano su seggiolini Isofix e del 50% per la salvaguardia dei pedoni in caso di investimento; ai sistemi di assistenza alla sicurezza sono stati, invece, assegnati 71 punti percentuali.
Sufficientemente brillante e parca nei consumi, la Freemont vanta una discreta maneggevolezza; peccato solo che ad andatura sostenuta risulti rumorosa, e che quando si viaggia in cinque si sia costretti a lasciare i bagagli a vista. Le generose dimensioni e lo spazioso abitacolo la rendono adatta a chi ha una famiglia numerosa e – oltre che alla praticità – bada al prezzo. Che in questo caso è davvero allettante, considerata la dotazione di accessori e i contenuti tecnici.
Nella fascia di prezzo della Fiat Fremont ci sono rivali con molte meno pretese, sia in fatto di dimensioni, sia per quanto riguarda la dotazione; quest’ultima rende parecchio interessante la Urban, ma il “clima” trizona, la radio, i cerchi in lega e tutto quel che concerne la sicurezza sono di serie anche nel più accessibile allestimento base. Insomma, chi desidera una spaziosa e bene equipaggiata auto da famiglia, difficilmente troverà opzioni più convenienti. E sempre a questo proposito appare ragionevole la scelta di offrire un piccolo sconto a chi rinuncia alla terza fila di sedili, accontentandosi della configurazione a cinque posti. Di questa italoamericana si apprezzano anche la guidabilità, effettivamente al livello delle aspettative “europee”, e il motore: il 2.0 a gasolio da 140 CV rappresenta un buon compromesso fra prestazioni e consumi, e chi desidera maggiore grinta può sempre orientarsi sulla versione da 170 CV. Da rivedere c’è l’assenza di copertura del baule quando non si viaggia in sette. Da migliorare, soprattutto l’insonorizzazione.
Abitabilità
Lo spazioso abitacolo fa star comode cinque persone, anche grazie alla possibilità di far scorrere il divano; e i due posti in terza fila sono adatti ad accogliere adeguatamente una coppia di adulti (purché di statura non superiore alla media).
Consumi
Il turbodiesel nella variante da 140 CV ha un notevole rendimento: riesce a consumare poco nonostante la Freemont non sia una vettura leggera né particolarmente curata sotto il profilo dell’aerodinamica.
Guida
Le modifiche apportate alle sospensioni e allo sterzo hanno avuto positivi effetti sulla guidabilità: paragonata alla Dodge Journey (il modello dal quale deriva) la Freemont è più maneggevole e precisa.
Linea
Forme squadrate, un frontale imponente, linea di cintura alta e passaruota bene in evidenza: l’originale carrozzeria associa elementi tipici delle station wagon, delle monovolume e delle suv in un insieme tanto grintoso quanto equilibrato.
Prezzo
Per essere una grande vettura a sette posti, peraltro contraddistinta da una ricca dotazione di serie e da contenuti tecnici di rilievo, non è cara; e anche aggiungendo qualche accessorio (come il navigatore) il preventivo non lievita troppo.
Ripresa
Il 2.0 turbodiesel da 140 CV potrebbe apparire sottodimensionato per un’auto così “abbondante”, ma non è così: grazie alla coppia generosa e ai rapporti corti, la risposta all’acceleratore è pronta e la ripresa piacevolmente vivace.
Baule
L’altezza della soglia non favorisce la comodità d’accesso, e la capienza – pur buona in termini assoluti – non è eccezionale se rapportata alle dimensioni dell’auto; disturba, inoltre, che nella configurazione a cinque posti non si possa disporre di un tendalino copribagagli.
Cambio
Nulla da dire sulla precisione degli innesti, ma la posizione della leva non risponde ai principi dell’ergonomia: è troppo arretrata e, dunque, scomoda da manovrare (in particolare per i conducenti di statura non elevata).
Freni
L’impianto della Freemont vanta una buona resistenza alla fatica, tuttavia la potenza non è altrettanto soddisfacente: gli spazi di arresto che abbiamo misurato nella prova da 130 km/h sono superiori alla media.
Portaoggetti
Nell’abitacolo vani e ripostigli abbondano (ve ne sono anche nel pavimento e sotto il sedile anteriore destro), ma data la tipologia di vettura ci si stupisce che nessuno di essi sia refrigerato dall’aria del climatizzatore.
Rumorosità
L’isolamento acustico dell’abitacolo è poco efficace: il rombo del turbodiesel risulta distintamente avvertibile già a partire dai 100 km/h, e altrettanto vale per i fruscii aerodinamici: il comfort, soprattutto in autostrada, ne risente.
Visibilità
La linea di cintura alta rende imponenti le fiancate e dona all’auto un’aria “solida”; tuttavia riduce le superfici vetrate, con il risultato che la visibilità non è il massimo (ma i sensori posteriori fanno parte della dotazione standard).
VELOCITÀ MASSIMA | Rilevata | Dichiarata | |
in 6a a 3800 giri | 184,6 km/h | 180 km/h | |
ACCELERAZIONE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
0-100 km/h | 11,7 | 12,3 secondi | |
0-400 metri | 18,1 | 122,8 km/h | non dichiarata |
0-1000 metri | 33,4 | 155,2 km/h | non dichiarata |
RIPRESA | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
1 km da 40 km/h in 5a | 35,8 | 152,4 km/h | non dichiarata |
1 km da 60 km/h in 5a | 33,3 | 148,4 km/h | non dichiarata |
da 80 a 120 km/h in 6a | 12,5 | non dichiarata | |
CONSUMO | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 10,8 km/litro | 12,0 km/litro | |
Fuori città | 15,9 km/litro | 18,9 km/litro | |
In autostrada | 12,4 km/litro | non dichiarato | |
Medio | 13,0 km/litro | 15,6 km/litro | |
FRENATA | Rilevata | Dichiarata | |
da 100 km/h | 39,0 metri | non dichiarata | |
da 130 km/h | 66,9 metri | non dichiarata | |
ALTRI VALORI | Rilevati | Dichiarati | |
A 130 km/h effettivi il tachimetro indica | 133 km/h | non dichiarata | |
Diametro di sterzata tra due marciapiede | 11,2 metri | 11,5 |
Cilindrata cm3 | 1.956 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 103 (140)/4000 |
Coppia max Nm/giri | 350/1750-2000 |
Emissione di CO2 grammi/km | 169 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 6 (manuale) + retromarcia |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 489/188/169 |
Passo cm | 289 |
Peso in ordine di marcia kg | 1799 |
Capacità bagagliaio litri | 145/1461 |
Pneumatici (di serie) | 225/65 R 17 |
VELOCITÀ MASSIMA | Rilevata | Dichiarata | |
in 6a a 3800 giri | 184,6 km/h | 180 km/h | |
ACCELERAZIONE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
0-100 km/h | 11,7 | 12,3 secondi | |
0-400 metri | 18,1 | 122,8 km/h | non dichiarata |
0-1000 metri | 33,4 | 155,2 km/h | non dichiarata |
RIPRESA | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
1 km da 40 km/h in 5a | 35,8 | 152,4 km/h | non dichiarata |
1 km da 60 km/h in 5a | 33,3 | 148,4 km/h | non dichiarata |
da 80 a 120 km/h in 6a | 12,5 | non dichiarata | |
CONSUMO | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 10,8 km/litro | 12,0 km/litro | |
Fuori città | 15,9 km/litro | 18,9 km/litro | |
In autostrada | 12,4 km/litro | non dichiarato | |
Medio | 13,0 km/litro | 15,6 km/litro | |
FRENATA | Rilevata | Dichiarata | |
da 100 km/h | 39,0 metri | non dichiarata | |
da 130 km/h | 66,9 metri | non dichiarata | |
ALTRI VALORI | Rilevati | Dichiarati | |
A 130 km/h effettivi il tachimetro indica | 133 km/h | non dichiarata | |
Diametro di sterzata tra due marciapiede | 11,2 metri | 11,5 |
Cilindrata cm3 | 1.956 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 103 (140)/4000 |
Coppia max Nm/giri | 350/1750-2000 |
Emissione di CO2 grammi/km | 169 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 6 (manuale) + retromarcia |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 489/188/169 |
Passo cm | 289 |
Peso in ordine di marcia kg | 1799 |
Capacità bagagliaio litri | 145/1461 |
Pneumatici (di serie) | 225/65 R 17 |