PER ORA IMPROBABILE - La nota stonata del
Gran Premio d’Italia si chiama Bernie Ecclestone: l’ottantacinquenne patron della
Formula 1 ha gelato davanti a taccuini, telecamere e riflettori vari le speranze di rinnovo della tappa monzese nel calendario del Mondiale. “Noi abbiamo qualcosa da vendere e loro devono essere interessati all’acquisto. Rinnovo improbabile? Al momento direi di sì”: il concetto già espresso dalle pagine della tedesca Autosport è stato ribadito senza mezzi termini a
Monza.
FACCIAMO I CONTI - Prevedibile la reazione della Sias, vale a dire il gestore dell’autodromo, che ha parlato di “incontro positivo con Ecclestone”. L’implacabile Bernie ha richiesto 25 milioni di euro per potere ospitare il Gran Premio (“Lo stesso prezzo che altri organizzatori stanno pagando in Europa”): la Regione Lombardia finanzierà parte della somma necessaria, mettendone sul piatto 7 per i prossimi 10 anni che, con l’ausilio di altri investitori, salirebbero a 15. Mancano quindi 10 milioni di euro: sarà il Governo a stanziarli o qualche altro privato?
FRONTE FERRARI - Ferma (e non potrebbe essere altrimenti) la posizione italiana, con appelli accorati e considerazioni nette da parte del vecchio e del nuovo di casa Ferrari. Luca di Montezemolo ha rifiutato l’ipotesi di una Formula 1 lontana dall’Italia (“Da sempre la Ferrari è stata vicina a Monza, come anche tutto il mondo dei tifosi. Non ci può essere una F.1 senza Monza”), e lo stesso ha fatto Maurizio Arrivabene (“Il GP d'Italia è Monza, che rappresenta l'essenza della F1 assieme a Spa, Silverstone, Hockenheim e Monaco”).
QUEI DUELLI CON IL DRAKE - L’impressione è, comunque, che con Ecclestone l’unica via del dialogo passi per un robusto bonifico bancario: se quest’anno è saltato il Gran Premio di Germania, vale a dire quello di casa per la Mercedes, che sta dominando il Campionato, spazio ai sentimentalismi non sembra essercene. E neanche il rispetto della Storia: quella, semmai, era il Commendator Ferrari a scriverla (e si parla di un uomo caratterialmente durissimo, peraltro). E l’allora patron della Brabham faceva da contraltare: “Quando c’era Enzo Ferrari – ricordò Ecclestone in occasione del venticinquennale della scomparsa del Drake - insieme discutevamo e prendevamo le decisioni per il bene della Formula 1. Ognuno cercava di vincere e sconfiggere l’altro in pista”. A volte prevaleva l’uno, a volte l’altro. Ma c’è da scommettere che, da lassù, Enzo Ferrari consideri ancora Bernie Ecclestone “un garagista”.