I PROFESSORI TRISTI - C’era un tempo in cui, se un pilota abbozzava un sorpasso al limite disegnando traiettorie fuori dalla norma, tagliava una chicane anche solo per avere commesso un semplice errore, veniva severamente punito dai commissari sportivi con un “drive through” (passaggio ai box). Quattro persone chiuse in una stanza, davanti ad alcuni televisori, con poca esperienza di corse automobilistiche (come spesso è stato appurato) sparavano sentenze che il più delle volte si rivelavano controproducenti per la Formula 1. Sembravano quei professori un po’ tristi che con sorriso sadico trovano godimento nel punire gli alunni.
GIUDICI EX PILOTI - Non per niente a dettare questo clima di “terrore” era Max Mosley. Quest’anno Jean Todt, nuovo presidente FIA, ha cambiato in meglio questo aspetto affiancando ai commissari suddetti un pilota, o ex, esperto. Prima Alain Prost, poi Tom Kristensen, Johnny Herbert e infine Alex Wurz. Sono loro che nei primi quattro GP hanno fermato gli eccessi dei commissari spiegando loro perché un pilota a volte è costretto a operare particolari manovre. Da qui la decisione di non punire Hamilton per gli zigzag di Sepang in quanto Petrov non aveva mai tentato una chiara manovra di sorpasso, oppure di non penalizzare sempre Hamilton o Vettel per la bagarre in pit-lane a Shanghai. Un arbitraggio all’inglese che ha contribuito ad aumentare lo spettacolo, a rendere più vere le corse, che a volte richiedono lo “scontro” fisico.



