PILOTI SPRECONI - Dicono che con Lewis Hamilton o Robert Kubica al volante, la Red Bull avrebbe già vinto il mondiale. Commento un poco ingeneroso, soprattutto nei confronti di Mark Webber che su dodici Gran Premi è salito sette volte sul podio segnando cinque pole e conquistando quattro vittorie. Ma è proprio quest’ultimo numero a suscitare qualche dubbio. Possibile che con una RB6 così perfetta, così veloce, Webber abbia vinto solamente quattro corse? E Sebastian Vettel (nella foto in alto) abbia tagliato il traguardo per primo appena due volte dopo essere partito dalla pole in sette occasioni? Sono degli spreconi Webber e Vettel? Sicuramente sì.

Sebastian Vettel.
LEZIONI CHE NON SERVONO - Ormai non si contano più i punti che il tedesco, coltivato dalla Red Bull fin da quando era un bambino, ha gettato letteralmente al vento. Errori in serie che continua a compiere, come se la lezione precedente non fosse servita a nulla. A Spa, Vettel non solo è stato terribilmente deludente in qualifica (quarto mentre il suo compagno ha firmato la pole), ma ha fatto un errore che in F.1 si è visto raramente: perdere il controllo della monoposto uscendo dalla scia dell’avversario. Con il risultato di fare pendolo e centrare la fiancata dell’incolpevole Jenson Button. Se al timone della Red Bull ci fosse Ron Dennis, Vettel se la passerebbe malissimo già da diverse settimane. Essendovi invece Christian Horner con, dietro le quinte, Helmut Marko che ha sempre appoggiato la carriera del pur talentuosissimo Sebastian, il cocco e numero uno del team rimane lui.

Mark Webber.
WEBBER MEGLIO DI VETTEL - Anche se Webber ha dimostrato nell’arco della stagione di essere ben più solido e maturo. Benché a Spa si sia impegnato per imitare Vettel fallendo completamente l’avvio dalla pole, scivolando così al sesto posto alla prima curva. Webber a fine GP era comunque soddisfatto del secondo posto, aiutato dal contatto Button-Vettel e dall’errore al box di Robert Kubica. Un podio arrivato grazie ad altri, che ha fatto dire a Webber che ora in Red Bull dovranno leggere attentamente la classifica iridata, i punti che hanno i piloti. Perché alla fine della stagione manca poco e se Horner non si decide a dare una minima parvenza di gerarchie, finirà che la Red Bull passserà alla storia per essere riuscita a non vincere il mondiale pur disponendo della miglior macchina del lotto. Un po’ come se la McLaren avesse fallito i titoli nel 1988 e 1989, la Williams quello del 1992, la Ferrari quelli del 2001-2002.


