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Vettel si è stufato

01 aprile 2010

Il pilota tedesco per colpa della mancanza di affidabilità della sua Red Bull-Renault ha già lasciato per strada dopo soli due Gran Premi ben 38 punti. Il team inglese è sotto accusa.

PERSE DUE VITTORIE - “MI sono rotto le palle”. Ha detto proprio così Sebastian Vettel (in foto) quando, toltosi casco e tuta e smaltita la rabbia per il ritiro avvenuto al 26° giro mentre era nettamente in testa alla corsa, ha incontrato i giornalisti. A conti fatti, Vettel ha già perso, dopo appena due Gran Premi, 38 punti. Una esagerazione. Due volte in pole, due volte la comando delle gare con autorità, il tedesco della Red Bull ha dovuto alzare bandiera bianca. In Bahrain, per colpa di una candela aveva dovuto rallentare concludendo quarto, a Melbourne la rottura della campana dei freni lo ha portato fuori pista. Bilancio: zero punti. Dura da mandare giù. In quei 26 giri di Melbourne, Vettel aveva spinto forte pur con la pista umidiccia e sembrava avviato ad una gara solitaria.

CAPACE DI COSE MEMORABILI - Il talento del tedesco quando il gioco si fa complicato emerge in maniera prepotente. Ricordate cosa combinò sotto il diluvio di Monza nel 2008, quando con la Toro Rosso vinse il GP d’Italia? Se lo scorso anno aveva comunque commesso qualche sciocco errore (Sepang sul bagnato per esempio), in questo inizio di campionato Vettel non ha sbagliato una virgola nei momenti che contano, ovvero la qualifica e la corsa. Nulla di nulla. Impeccabile. E invece a non esserlo è la sua RB6. Una vera malandrina: “Il giro prima di uscire di pista ho sentito che c’era qualcosa che non andava nella ruota anteriore sinistra. Ho visto sprigionarsi delle scintille ed ho comunicato al team che sarei rientrato ai box per un controllo. Non capivo cosa potesse essere. Ma nella penultima curva, quando sono andato per frenare ho ricevuto delle vibrazioni fortissime sul volante, si è rotto qualcosa nella ruota e sono finito nella ghiaia. Così non va. Abbiamo la macchina più veloce del campionato eppure mi è sfuggita la vittoria per due volte consecutive. Adesso mi girano proprio le palle”.

WEBBER CHE DELUSIONE - Come non capirlo. Christian Horner, il giovane team manager della Red Bull abbozza: “Vettel ha 12 punti quando ne dovrebbe avere 50…”. Questa RB6 è fragile fragile, lo si era capito già nei test invernali. Curioso poi che i guai in gara capitino sempre a Vettel e non a Mark Webber. L’australiano è stato a dir poco inguardabile. Bravo in qualifica, secondo, è presto sparito dalla vetta per un cambio gomme tardivo e una serie incredibile di errori. Finché a pochi giri dalla bandiera a scacchi ha tamponato Lewis Hamilton così goffamente che pareva un automobilista distratto dal telefonino: “Ho perso aderenza, la macchina si è alzata e sono finito addosso ad Hamilton. Gli chiedo scusa. È stata una brutta giornata”. Confermato dalla Red Bull dopo un positivo 2009 (meglio dire una positiva prima parte della scorsa stagione), Webber se continua così rischia di irritare i vertici della Red Bull. Di giovani bravi e veloci il vivaio diretto da Helmut Marko è pieno, da Sebastien Buemi a Jaime Alguersuari fino a Daniel Ricciardo, che brillò nei test di dicembre a Jerez e quest’anno correrà nella World Series Renault.



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