Le 15 hot hatch da mettere in garage

Forte di ben 320 CV, il suo quattro cilindri 2.0 VTEC turbo a benzina non fa rimpiangere le vecchie unità aspirate e continua a fare di questa velocissima compatta giapponese un punto di riferimento tra le hot hatch. Le prestazioni dichiarate sono ai vertici della categoria, con uno 0-100 “bruciato” in 5,7 secondi e una punta massima di ben 272 km/h.

Sulla “sorellina” della Golf, la mitica sigla GTI assume lo stesso significato, sottolineando uno “spirito” e un feeling con la velocità che non cambia. Il piglio sportivo non manca di certo, alla versione più “spinta” di questa grintosa compatta tedesca, che è mossa dallo stesso 2.0 della Golf, ma depotenziato a 207 CV. Quasi 40 in meno, ma comunque abbastanza da spingerla alla soglia dei 240 km/h.

Non ha la “ferocia” della RS3 con il 2.5 a cinque cilindri da 400 CV, ma può vantare un “pedigree” con origini ben più lontane (la prima S3 risale al 1998). Il modello di attuale generazione monta il quattro cilindri 2.0 turbo a benzina del gruppo Volkswagen. Forte di ben 310 CV e accoppiato unicamente a un cambio robotizzato a doppia frizione, questo motore assicura una spinta energica e prestazioni notevoli, con una punta massima dichiarata di 250 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h in appena 4,8 secondi.

I 306 CV della A 35 non sono abbastanza? Nessun problema, della compatta della stella a tre punte esiste una versione ancora più “estema”, mossa da un 2.0 turbo a benzina elettrificato con il basamento tutto in alluminio e le canne dei cilindri rivestite in Nanoslide. La potenza massima, impressionante per un quattro cilindri, è di ben 421 CV, che corrispondono a un valore specifico di ben 211,5 CV/litro e garantiscono prestazioni da supercar: 3,9 secondi dichiarati nello “0-100”, con una velocità massima di 270 km/h (limitata elettronicamente). 

Sotto il cofano della versione più sportiva della compatta bavarese pulsa un quattro cilindri 2.0 turbo a benzina da 306 CV. La trazione è sulle quattro ruote e c’è solo il cambio automatico Steptronic a 8 rapporti. La casa dichiara uno 0-100 in 4,8 secondi e una velocità massima di 250 km/h (limitati elettronicamente).

La hot hatch della casa coreana si distingue per la grinta del suo motore quattro cilindri 2.0 turbo a benzina da 280 CV e il divertimento di guida che riesce a regalare, specialmente nella configurazione con il cambio manuale a sei marce. Le prestazioni molto brillanti (250 km/h autolimitati elettronicamente) e il comportamento, sincero sia sulle strade di tutti i giorni sia in pista, la rendono una valida alternativa alle “solite” tedesche.

I 200 CV erogati dal suo “piccolo” tre cilindri 1.5 turbo a benzina non si fanno pregare, quando si tratta di sferrare il proverbiale “calcio nella schiena” che ci si attende da questo genere di vetture. Ma a fare della versione sportiva della Festa uno dei migliori modelli della categoria è anche tutto ciò che circonda il motore: un’auto davvero ben fatta e che sa far divertire.

S’è fatta attendere molto, la versione stradale del bolide che dal 2014 dà spettacolo nel Campionato del mondo di rally e con cui la casa sudcoreana ha conquistato il Titolo costruttori nel 2019 e nel 2020. Sotto il cofano di questa piccola “belva” scalpitano ben 204 CV: a fornirli è un quattro cilindri 1.6 turbo a benzina.

Sia la versione da 165 CV sia quella da 180 CV portano avanti una ricetta inaugurata nel 2008 e rimasta immutata. Alla base del successo del “Cinquino” modificato dalla casa dello Scorpione ci sono un look che a distanza di anni rimane di gran moda e un’impressionante capacità di “tirare fuori le unghie” quando si tratta di scattare al semaforo. E ora, accanto ai modelli a benzina, c’è anche una variante al 100% elettrica (qui per saperne di più): riuscirà, con i suoi 156 CV e il suo rombo finto, a non far rimpiangere le sorelline a pistoni?

Rimanendo in tema di rally, che dire della variante ad alte prestazioni di questa piccola giapponese? “Travestita” da auto stradale, la versione GR beneficia della lunga esperienza che il reparto sportivo della casa ha accumulato nelle prove speciali del Campionato del mondo. È mossa da un tre cilindri 1.6 turbo a benzina da 261 CV e, grazie alla trazione integrale, assicura una motricità eccellente in ogni condizione di guida e superficie. 

Il suo quattro cilindri 2.3 turbo a benzina sprigiona 280 CV: meno di tante concorrenti, ma quanto basta, secondo la casa, per archiviare la pratica “0-100” in 5,7 secondi e raggiungere senza sforzo i 250 km/h. Nel look è più sobria di tante rivali, ma la sua “faccia cattiva”, con il logo “ST” (Sport Technologies) incastonato nella grande calandra a nido d’ape, lasciano intuire una gran “fame” d’asfalto.

Il suo quattro cilindri 1.8 turbo a benzina da 279 CV (o 300, nella versione Trophy) è parente stretto del motore che equipaggia la coupé Alpine A110. Il divertimento è di serie, ma per ottenere una guida ancora più “affilata” in pista, a richiesta, è disponibile il pacchetto Cup (ma solo per la versione col cambio manuale) con ammortizzatori irrigiditi e il differenziale autobloccante meccanico (migliora la trazione, specie nelle curve più strette). Questa francese “tutta muscoli” sfiora i 250 km/h e va da 0 a 100 km/h in poco più di sei secondi.

I benefici della “cura Cupra” sono esaltati da una piattaforma, la MQB del gruppo Volkswagen, che garantisce già in partenza una buona precisione di guida. Nella configurazione da 301 CV, il 2.0 turbo a benzina spinge fortissimo, conferendo alla compatta spagnola un comportamento da sportiva di razza. Un po’ meno “cattiva”, ma comunque brillante, la 2.0 depotenziata a 245 CV.