Abarth è, di fatto, diventato un marchio completamente elettrico. Con la fine della produzione delle vecchie 595 e 695, da cui è passato ormai più di un anno, nel listino della casa sono rimasti unicamente modelli a “pile”: la 500e (berlina e cabrio) e la 600e. Tuttavia, con il debutto della nuova Fiat 500 Hybrid, realizzata sulla piattaforma dell’elettrica opportunamente modificata per accogliere il motore a benzina, potrebbe esserci la possibilità di rivedere una piccola “hot hatch” a benzina con il logo dello Scorpione sul cofano.
Del resto, le vendite languono: in tutta Europa, nei primi sei mesi dell’anno sono state immatricolate poco più di 1.000 Abarth, mentre l’anno precedente erano state 5.000. Gli stessi clienti attraverso il club del marchio hanno fatto sapere di non essere contenti della direzione intrapresa e le lamentele sono arrivate a Gaetano Thorel, capo europeo del brand, che ad Autocar ha dichiarato: “I clienti non si identificano con gli attuali modelli elettrici”. A mancare, secondo il numero uno dello Scorpione è la possibilità di lavorare sull’auto: “Chi acquista un’Abarth vuole modificarla con le proprie mani. Con le elettriche non è possibile e questa è una limitazione”, ha sottolineato Thorel.
La disponibilità di un nuovo modello a combustione da “abarthizzare” cambia le carte in tavola. Tuttavia, la sportività non è certo la qualità principale della nuova 500 ibrida marchiata Fiat. La piattaforma potrebbe tranquillamente gestire più potenza, ma è stata originariamente progettata per un motore elettrico compatto e non c’è molto spazio per un propulsore a combustione più grande del 3 cilindri aspirato da 65 CV dell’ibrida, che non ha il carattere ideale per una piccola sportiva come la Abarth.
Adattare altri motori del gruppo Stellantis sarebbe quindi molto costoso. Proprio la questione del motore rimane quella che lascia più punti di domanda, anche perché bisognerebbe realizzare un investimento per quella che rimarrà comunque una nicchia di mercato. Il futuro del marchio potrebbe dipendere da questo. Ma “ci stiamo provando”, ha assicurato Thorel.





























































































