RITORNO ALLE ORIGINI - Marzo 2013, salone di Ginevra. Una data e un luogo che rimarranno scolpiti per sempre nella memoria alfista: con l’Alfa Romeo 4C, la casa milanese torna a presidiare in grande stile un settore in cui da sempre aveva dettato legge, quello delle sportive piccole, leggere e veloci. Se la 8C Competizione di qualche anno prima, anche per effetto della stretta parentela meccanica con la coeva Maserati GranTurismo, aveva mostrato un’apertura a un lusso verso il quale il Biscione si era spinto solo a tratti e ormai in tempi assai lontani, il modello che dieci anni fa ne raccoglie l’eredità spirituale s’inserisce in maniera assai più netta nel solco della tradizione aflista.
UNA LINEA MOZZAFIATO - Moderna erede delle Alfa leggere ed esuberanti che hanno dominato le strade e i circuiti di mezzo mondo nell’era cosiddetta eroica dell’automobilismo, l’Alfa Romeo 4C ne ha saputo rinnovare il mito. Merito di un’accattivante linea da baby-supercar, alta un niente da terra e con il motore - lo stesso 4 cilindri turbo a iniezione diretta di benzina da 1750 cc della Giulietta, ma costruito interamente in alluminio e forte di 240 CV in luogo dei 235 originari - collocato appena dietro l’abitacolo a due posti secchi.
SENZA FRONZOLI, DENTRO SA UN PO’ DI FIAT - Gli allestimenti interni dell’Alfa Romeo 4C si discostano nettamente da quelli, assai più originali e ricercati, del prototipo apparso nel 2011. Il massiccio attingimento di plastiche e particolari vari dalla banca organi del gruppo Fiat, tuttavia, non ha mai scandalizzato più di tanto gli estimatori della 4C. Una platea di appassionati disposta, ieri come oggi, a chiudere volentieri un occhio sulla qualità costruttiva al cospetto di un’Alfa come non se ne vedevano ormai da troppo tempo. Concepita per regalare emozioni forti senza troppi compromessi.
RUDE NELLA GUIDA - Rigida e assai nervosa nella guida veloce, senza neppure il servosterzo e con una fastidiosa tendenza a “copiare” le imperfezioni del manto stradale, l’Alfa Romeo 4C oggi appare quasi un’auto d’altri tempi, sebbene abbia visto la luce solo dieci anni fa. A un prezzo di poco superiore ai 50.000 euro, non eccessivo ma neppure troppo distante da quello della più lussuosa e potente rivale Porsche Cayman, la super sportiva del Biscione puntava su un repertorio tecnico più simile a quello di un’auto da corsa che a quello di una “normale" vettura sportiva.
UNA BABY-SUPERCAR ANCHE SOTTO LA “PELLE” - La vasca in fibra di carbonio progettata dalla Dallara in cui ci si cala per entrare a bordo dell’Alfa Romeo 4C, per esempio, pesa appena 65 kg ed è basata sugli stessi, elevatissimi standard prestazionali delle equivalenti che compongono l’ossatura centrale delle supercar Ferrari, McLaren e Lamborghini. E le prestazioni? Con un peso a secco inferiore ai 900 chili, il 1750 TBi ha gioco facile nel far “schizzare” sull’asfalto lo snello corpo vettura della 4C, che scatta da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e sfiora i 260 km/h.
SUL MERCATO NON HA MAI SFONDATO - Nonostante il suo indiscusso fascino e le elevatissime prestazioni, solitamente appannaggio di modelli di classe superiore, l’Alfa Romeo 4C non è mai veramente riuscita a sfondare sul mercato. Due anni fa, gli ultimi esemplari usciti dalla catena di montaggio sono sbarcati in Australia, Giappone e Stati Uniti, contribuendo a diffondere un altro pezzo importante del mito Alfa in paesi in cui per le automobili del Biscione gli appassionati di motori nutrono una sorta di venerazione.
OGGI VALE UNA FORTUNA - Proprio il fatto che in concessionaria abbia sempre “arrancato” rende oggi l’Alfa Romeo 4C, ormai fuori produzione da un paio d’anni, un’auto poco diffusa e assai costosa da reperire nel mercato dell’usato. Curiosando sui principali portali di compravendita di auto online ci si accorge come sia ormai difficilissimo trovare una bella 4C a meno di 80.000 euro. Ma le quotazioni, nel caso di esemplari in perfette condizioni e con pochi chilometri all’attivo - coupé o spider, non fa molta differenza - possono sfiorare anche i 100.000 euro.