EVENTO UNICO - In occasione del centenario, che verrà festeggiato l'ultimo fine settimana di giugno (leggi qui il programma), l'Alfa Romeo ha radunato presso la pista di Balocco una quindicina delle sue auto storiche più rappresentative del Museo di Arese. Un'evento unico, durante il quale abbiamo avuto l'opportunità di salire su alcuni modelli stradali e da corsa che hanno reso famoso il Biscione (leggi qui la news). Di seguito vi proponiamo una carrellata di tutti i modelli del museo storico dell'Alfa Romeo che abbiamo potuto ammirare da vicino, diteci qual'è la vostra preferita rispondendo al sondaggio.
> RL SUPER SPORT - 1925 (in basso a sinistra)
La Super Sport è stata una delle ultime versioni della RL, primo modello Alfa Romeo a montare un motore a sei cilindri in linea. Nel suo caso un 3.0 da 83 CV che le permetteva di raggiungere i 130 km/h. Carrozzata da Castagna, la RL Super Sport è stata costruita in 304 esemplari. Con la RL TF, modello vincitore della Targa Florio nel 1933 debutta il “Quadrifoglio” che diventerà l'emblema della Alfa da corsa.
> 6C 1750 GRAND SPORT - 1930 (in alto a destra)
Erede della 6C 1500, modello che dominò nel 1928 la Mille Miglia, la 24 Ore di Spa e la Targa Florio, la 1750 ne rappresenta un'evoluzione. Il motore ha una cilindrata maggiore ed è dotato di compressore volumetrico: i cavalli passano così dai 54 dei primi esemplari del 1927 a 102. Una potenza più che sufficiente per farle raggiungere i 170 km/h. L'affidabilità del suo motore sovralimentato venne consacrata alla Mille Miglia del 1929, quando 25 1750 sulle 26 che vi parteciparono, arrivarono all'arrivo. Tra il 1930 e il 1933 ne furono costruite 257.
> GRAN PREMIO TIPO B - “P3” - 1932 (in basso a sinistra)
Prima vettura progettata appositamente per i gran premi, la P3 era spinta da un 8 cilindri in linea da 2,6 litri. Grazie a due compressori volumetrici erogava 215 CV, una potenza più che sufficiente per spingere la leggera P3 (700 kg) fino a 230 km/h. Al suo volante si sono seduti piloti del calibro di Tazio Nuvolari e Rudolf Caracciola. Sono stati costruiti solo 6 esemplari nel 1932, prima che l'Alfa Romeo si ritirasse dalle competizioni e il reparto sportivo venisse affidato alla Scuderia Ferrari.
> 6C 2300 TIPO “MILLE MIGLIA” - 1938 (in alto a destra)
Costruita in 106 esemplari dal 1938 al 1939, la “Mille Miglia” è un'elegante granturismo a quattro posti lunga 464 cm disegnata dalla Touring. Ha una linea aerodinamica, con i grossi parafanghi a goccia e la coda filante. Spinta da un 6 cilindri in linea da 2,3 litri da 95 CV la 6C 2300 è la prima vettura dell'Alfa Romeo ad introdurre le ruote indipendenti con bracci trasversali: fino ad allora le ruote erano ad assale rigido e le sospensioni a balestra. Raggiunge i 145 km/h, una velocità notevole per l'epoca.
> GRAN PREMIO TIPO 159 “ALFETTA” - 1951 (in basso a sinistra)
Famosa per esser stata l'auto con la quale il mitico Juan Manuel Fangio ha vinto il suo primo Campionato Mondiale nel 1951, la 159 “Alfetta” rappresenta un'evoluzione della 158, pluri vittoriosa con alla guida Emilio Villoresi, Achille Varzi e Giuseppe Farina, per citarne alcuni. Rispetto alla 158 ha sospensioni posteriori riviste (con un pregiato e sofisticato schema De Dion) ed è spinta da un 8 cilindri da 1,5 litri sovralimentato da ben 425 CV che la fanno volare a oltre 300 km/h.
> 1900 C52 “DISCO VOLANTE” - 1952 (in alto a destra)
Questa particolare vettura viene realizzata in soli quattro esemplari, due coupé e due spider, su meccanica della 1900, nel 1952 dalla carrozzeria Touring. La “Disco Volante” non raggiunge mai la produzione, restando un prototipo, scontentando così tanti possibili clienti rimasti affascinati dalle sue forme “spaziali”. Grazie a un 2.0 a quattro cilindri e, sopratutto, al peso contenuto in 735, “volava” fino a 225 km/h.
> 6C 3000 CM - 1953 (in basso a sinistra)
Spinta dal 6 cilindri in linea da 3,5 litri da 275 CV, la 3000 CM (Competizione Maggiorata) viene realizzata in sei esemplari, quattro coupé e due spider, nel 1953. Le sue linee sono opera di Colli che per le forme della carrozzeria trae ispirazione dalla 1900 C52 “Disco Volante”. In grado di raggiungere i 250 km/h, con alla guida Fangio, la 6C 3000 CM oggi del museo storico dell'Alfa Romeo, conquistò il secondo posto assoluto nella Mille Miglia del 1953 e, nello stesso anno, il 1º Gran Premio Supercortemaggiore a Merano.
> GIULIETTA SZ - 1960 (in alto a destra)
La SZ (Sport Zagato), come suggerisce il nome viene realizzata dalla nota carrozzeria milanese. Si tratta di un'interpretazione sportiva della Giulietta, uno dei modelli di maggior successo dell'Alfa Romeo e prima vettura di serie con un motore bialbero completamente in alluminio. Costruita in 210 esemplari tra il 1959 e il 1962, nonostante i soli 100 CV del suo 1.3, grazie al peso di 770 kg la SZ è raggiunge una velocità massima di 200 km/h.
> GIULIA TI SUPER - 1963 (in basso a sinistra)
Naturale evoluzione della Giulietta, la Giulia ne mantiene la “base” con le sospensioni anteriori a quadrilatero e quelli posteriore ad assale rigido. Anche il motore non viene rivoluzionato, ma cresce di cilindrata, da 1290 a 1570 cm3. Costruita in 500 esemplari nel 1963 per ottenere l'omologazione alle gare, la versione Super, rispetto alla TI (acronimo di Turismo Internazionale), ha una carrozzeria alleggerita (l'auto pesa in totale 960 kg), motore portato a 112 CV, leva del cambio sul tunnel centrale e non al piantone dello sterzo e quattro freni a disco.
> TZ 2 - 1965 (in alto a destra)
Costruita nel 1965 sempre da Zagato quale evoluzione della TZ “originale”, la TZ 2 era spinta da un 1.6 quattro cilindri TwinSpark (a doppia accensione) da 170 CV che le faceva raggiungere i 250 km/h grazie ai soli 630 kg dell'auto. Un peso piuma derivato dalla carrozzeria in fibra di vetro e dal telaio in tubi di alluminio dal quale deriva il nome dell'auto (Tubolare Zagato). Oggi viene ricordata anche per il suo aspetto simile a quello della Ferrari 250 GTO e alle sue forme si ispira il prototipo TZ 3 (lo vedi qui) presentato al Concorso d'Eleganza Villa d'Este (leqqi qui la news).
> 33 STRADALE - 1967 (in basso a sinistra)
Considerata da molti come una delle più belle vetture di tutti i tempi (insieme alla Lamborghini Miura), la 33 Stradale è praticamente la versione con targa e luci e del modello da corsa Tipo 33. Disegnata da Franco Scaglione, dalle competizioni eredita il 2.0 V8 depotenziato da 273 a 230 CV, sviluppato dall'Auto Delta. Tra il 1967 e il 1969 ne sono state costruite 18, con leggere modifiche estetiche: la principale riguarda il numero di fari, due o quattro, come l'esemplare in possesso del museo storico dell'Alfa Romeo
> GIULIA GTA 1300 JUNIOR - 1970 (in alto a destra)
Prodotta in 494 esemplari fino al 1971, la 1.3 Junior è l'evoluzione della Gran Turismo Alleggerita, versione da corsa della Giulia coupé disegnata da Bertone. Rispetto al modello originale ha un 1.3 derivato dal 1.6 ed elaborato dalla Autodelta per erogare ben 165 CV a 8.200 giri. La carrozzeria con pannelli in alluminio e i finestrini in plastica, anziché vetro, aiutavano a contenere il peso dell'auto in 780 kg.
> CARABO - 1968 (in basso a sinistra)
Costruita sulla meccanica della 33 Stradale, la Carabo è stata presentata dalla Bertone come prototipo al Salone di Parigi del 1968. Alta solo 99 cm (contro i 121 di una Ferrari 458 Italia), deve il suo nome e il colore della carrozzeria a un tipo di coleottero. A renderla originale, oltre alla forma aerodinamica a cuneo, ci sono anche le portiere “a forbice”, una soluzione che Marcello Gandini, autore del progetto, riproporrà qualche anno più tardi sulla Lamborghini Countach.
> 33 COUPÉ - 1969 (in alto a destra)
Come la Carabo, è un prototipo costruito sulla base della 33 Stradale e presentato sempre al Salone di Parigi, ma dell'anno successivo, il 1969. Disegnata da Leonardo Fioravanti per la Pininfarina si caratterizza per il frontale concavo, i fari a scomparsa e le portiere ad “ala di gabbiano” con finestrini che arrivano fino al tetto tanto da renderlo trasparente. Il motore V8 2.0 è un'evoluzione di quello della Stradale ed eroga 245 CV, più che sufficienti per accreditare l'auto di una velocità massima di 250 km/h.