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Alla scoperta dei giovani piloti italiani: Giovanni Venturini

15 agosto 2010

Ha appena 18 anni e corre nella serie europea della Formula Renault, la categoria che alleva i giovanissimi. È quarto in campionato ed ha vinto a Magny-Cours. Sarà l’erede di Liuzzi e Trulli?

SCELTA CORAGGIOSA - Si è buttato nella serie continentale della Formula Renault perché voleva sfidare i migliori colleghi della categoria. Per farlo, Giovanni Venturini ha scelto il team campione in carica, Epsilon Euskadi. I test invernali sono stati eccellenti, con il pilota vicentino costantemente nelle prime posizioni. All'inizio del campionato però, le cose sono un poco cambiate. Il team Epsilon Euskadi non è subito stato competitivo con la nuova monoposto, subendo l'ascesa della squadra finlandese Koiranen e del suo pilota estone Kevin Korjus. Venturini ha iniziato ad Alcaniz con un buon quarto posto, ha vissuto due fine settimana complicati a Spa e Brno, poi il grande riscatto di Magny-Cours, con la decisa vittoria sotto la pioggia di gara 2 e il quarto posto della prima corsa.

POCA ESPERIENZA - A Budapest, è rimasto in zona punti con la sesta e la decima posizione, anche se in gara 2 qualcosa di più poteva fare. Venturini è quarto in campionato e nelle rimanenti tre prove dovrà lottare duro per salvaguardare tale posizione. E magari, fare un pensierino per recuperare il terzo posto, ora occupato da Luciano Bacheta, che ha una trentina d punti in più. Al suo secondo anno in monoposto (nel 2009 è stato il miglior debuttante della F.Renault Italia e Svizzera), con una brevissima carriera in karting, Venturini è sicuramente uno dei "prodotti" più interessanti dell'Italia da corsa con i suoi 18 anni. Ed è l'unico giovane azzurro a cimentarsi in una serie propedeutica di livello internazionale, la Eurocup Formula Renault, non essendovi nessun altro italiano impegnato nella Formula BMW Europe.

UMILE E VELOCE - Venturini ha la consapevolezza che senza il ritiro per guasto meccanico di Alcaniz 2 e gli errori di Spa 1 e di Brno in qualifica, che ha compromesso l'esito delle due corse, nella bagarre per il titolo poteva rientrarci anche lui: "È stato molto importante capire la differenza di competitività e di mentalità che sono necessarie in un campionato europeo. Rispetto al tricolore, cambia veramente tutto, e poi si corre su piste veramente difficili e utili per il prosieguo della carriera. Dagli errori si impara sempre, senza le ingenuità di Spa e Brno potevo avere tanti punti in più. Ora non mi resta che concentrarmi bene per la volata finale e cercare di ottenere il massimo dalle prove di Hockenheim, Silverstone e Barcellona".
 



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