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Arriva la prima colonnina di ricarica in autostrada

19 dicembre 2018

Grazie ad un accordo tra Q8 ed Enel X, è stata installata la prima colonnina di ricarica veloce a 50 kW presso l’area di servizio Q8 di Rho Sud. 

Arriva la prima colonnina di ricarica in autostrada

UN PRIMO PASSO - Grazie ad un accordo tra compagnia petrolifera Q8 ed Enel X, multinazionale italiana specializzata nella fornitura di energia elettrica, è stata installata la prima colonnina di ricarica veloce a 50 kW presso l’area di servizio Q8 di Rho Sud. Grazie all’accordo siglato da Enel X e Q8, ed in virtù della presenza della colonnina di ricarica veloce direttamente nell’area di sosta dell’arteria autostradale, sarà quindi possibile muoversi in elettrico tra Torino e Milano senza dover deviare ed uscire per effettuare la ricarica. L’accordo tra Enel X e Q8 rientra nel progetto EVA+, programma finanziato dalla Commissione Europea con la collaborazione di Enel, insieme ad alcuni costruttori come l’Alleanza Renault-Nissan, il Gruppo BMW e Volkswagen, che ha come obiettivo quello di installare colonnine di ricarica veloce fuori le mura cittadine. Ad oggi la rete di EVA+ vede già operative più di 100 colonnine di ricarica rapida che raggiungeranno il numero complessivo di 200 entro metà 2019, 180 in Italia e le altre 20 in Austria. La crescita del numero di colonnine di ricarica veloce è fondamentale per lo sviluppo della mobilità elettrica fuori dalla città. Oltre ad Enel X ricordiamo anche la Ionity, progetto promosso dall’Audi, la BMW, la Ford, la Mercedes ed il Gruppo Volkswagen, che punta a creare in Europa una rete di colonnine aperte a tutti: attualmente ce ne sono 38 attive e una quarantina in costruzione.



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Ritratto di Sepp0
19 dicembre 2018 - 15:52
Mi raccomando, continuiamo a non indicare MAI il costo della ricarica, sia mai che la gente si possa fare un'idea più precisa.
Ritratto di q8
19 dicembre 2018 - 18:30
Brivido una colonnina in autostrada Chissà le code
Ritratto di zero
20 dicembre 2018 - 02:01
Non ho capito. 50 kW sarebbe una ricarica "rapida"? Ma se ci vogliono già ben 30 minuti a 350 kW per ricaricare una e-tron e ben 30 minuti a 120 kW per portare all'80% la carica di una Tesla, quanto sarà... "rapida" una ricarica a 50 kW?
Ritratto di lucios
20 dicembre 2018 - 12:56
4
Se non sbaglio, una Leaf ha il pacco batteria di 24 kwh. Quindi, ci metterebbe poco meno di mezz'ora per caricare al 100%. Ovviamente, con 24 kmh, se mediamente un'auto elettrica fa gli 8 km/kwh reali, alla fine, con un pieno dalla colonnina hai un'autonomia di 192 km (facciamo 200, va'). Un po' pochino ancora! Immagine se uno deve fare Milano - Roma! Quindi, al momento auto elettrica = auto per più abbienti = auto per giornalisti che le propongono = auto da città (o, al massimo, da periferia).
Ritratto di lucios
20 dicembre 2018 - 14:01
4
Mi correggo: la nuova LEAF ha 40 kw di batteria. Vuol dire, in media, 320 km di autonomia. Non male, anche se ci vogliono cmq una 30ina di migliaia di euro per portarla a casa, al netto di sconti e bonus.
Ritratto di zero
20 dicembre 2018 - 15:34
Mah... La Leaf io la trovo un aborto: lenta e costosa. Comunque, resta il fatto che i tempi di ricarica restano sempre alti, con aitonomie sempre limitate: 300 km (nell'ipotesi più ottimistica) sono un livello insignificante. E parliamo di pacchi batterie nuovi e in perfetta efficienza, la cui costanza di rendimento nel medio/lungo periodo va degradando.
Ritratto di lucios
20 dicembre 2018 - 15:42
4
Infatti con quella colonnina da 50 Kw, ricarichi l'80% in 38 minuti.
Ritratto di Comparsa
20 dicembre 2018 - 20:38
Avuto in prova per 2 giorni: Leaf 40 Kw, scordiamoci chissà che percorrenze, io e mia moglie, abituati da 11 anni di piede "ibrido" non siamo andati oltre 7,3 km/Kw. 290 Km di autonomia teorici, che poi mica li finisci tutti, ti fermi prima per l'ansia, quindi direi un 250 km reali, almeno da nuova. Per il resto, a parte la parte multimediale che ho trovato lenta e poco intuitiva, gran macchina e l'e-pedal è una figata che dovrebbero rendere obbligatoria su tutte le auto ;-)
Ritratto di lucios
23 dicembre 2018 - 09:43
4
Il discorso sta lì, legato a questi 3 problemi: autonomia, possibilità di ricarica ultrarapida, reperibilità delle colonnine. Finché non si risolveranno questi 3 problemi, per me, le elettriche sono OUT!
Ritratto di 82BOB
20 dicembre 2018 - 16:03
2
L'importante è la diffusione capillare... Non capisco perché in autostrada non ci sono diffusi come per benzina e diesel i punti rifornimento di gpl, metano e elettricità! Quanto ci vuole per adeguare le stazioni esistenti? Non penso sia uno sforzo enorme... Probabilmente, come spesso accade, la "pirizia" la vince! P.S.: per pigrizia non intendo il non aver voglia di fare...
Ritratto di Gianlupo
20 dicembre 2018 - 16:47
Ma se mancano pure le colonnine per l'aria compressa funzionanti? Poi, arrivano i soliti smart ass a dirti che tanto i manometri non sono precisi perché la gente li usa col kvlo, ed ecco che il cerchio della cog1ionaggine si chiude... Come sempre le leggi mancano perché le lobby non le vogliono e così, per massimizzare i margini: abbastanza GPL, poco GNC e, nel prossimo futuro, pochissima elettricità. Poi, arriveranno i soliti smart ass a dirti che la gente si civla il rame, ed ecco che il cerchio si chiuderà di nuovo...
Ritratto di zero
20 dicembre 2018 - 22:18
Tutto sommato, direi che il GPL lo si trova molto facilmente anche in autostrada: ormai è veramente diffuso. Discorso diverso per il metano, ma lì credo incidano parecchio le norme di sicurezza e i notevoli costi delle derivazioni della rete di distribuzione. Per le colonnine elettriche, poi, parliamo di un mondo a parte, in cui si incrociano diversi fattori: costi folli delle macchine elettriche, tempi di ricarica che sono incompatibili con le esigenze e gli orari del normale uomo medio, autonomie di percorrenza sinceramente ridicole. Tra l'altro, checché ne dicano i nuovi colpiti dal fulmine del kWh che bollano i motori termici come preistoria, ancora da qui a 12 anni la situazione non cambierà molto... Oggi, la ripartizione delle prese di ricarica vede l'abitazione al 73%, il luogo di lavoro al 15%, l'autostrada al 7% e i luoghi pubblici urbani al 6%. Ancora nel 2030 la situazione non sarà molto diversa: casa al 64%, lavoro all'11%, autostrada al 12%, luoghi pubblici urbani al 14%. E questi sono dati riferiti all'intera area UE. Per quanto riguarda il nostro paese, credo che le proporzioni saranno ancora più incentrati su luoghi privati e (in misura minore) luoghi pubblici urbani. I filo-elettrici possono dire quel che vogliono, ma doversi fermare per mezz'ora (quando va benissimo!) ogni 200-250 km percorsi a 100 km/h (oltre questa soglia i motori elettrici diventano paurosamente energivori!) per ricaricare le batterie solo dell'80% è un'assurdità a cui solo un folle o un riccone fancaxxista può sottomettersi. Ed è inutile appellarsi a chissà quali innivazioni e progressi di batterie e colonnine: non credo l'autonomia potrà mai arrivare a 600 km reali e non credo potranno mai esserci colonnine che ti ricaricano il 100% in cinque minuti. L'unica vera possibilità per la mobilità elettrica è la cella a combustibile: ad oggi, 200 kWh possono essere garantiti da 6 chili di idrogeno compresso, mentre per 100 kWh accumulati in batterie servono 800 chili di batterie... Senza contare che il serbatoio di idrogeno non si deteriora con l'uso, mentre le batterie vanno gradualmente a perdere efficienza con i vari cicli di carica/scarica e con i continui sbalzi termici ambientali. Insomma, l'elettrico come oggi cercani di vendercelo è una fregatura e un'illusione a cui solo i polli possono credere.
Ritratto di Gianlupo
21 dicembre 2018 - 11:00
Si arriverà non solo a 600, ma a 1'000 e più km di autonomia ed alla diffusione di supercharger in grado di ricaricare in pochi minuti. Certi processi seguono un diagrama di sviluppo ad "hockey stick", che descrive un gran numero di processi naturali, appunto, esattamente come accade per le curve di Gauss. Nella fattispecie, si ha un'iniziale fase di latenza, qundi un'impercettibile crescita (ed entrambe possono durare interi decenni), salvo poi impennarsi all'improvviso con un portato impetuoso ed imprevedibile a priori. L'evoluzione tecnologica non è come la crescita economica per i politici e gli economisti d'accatto, non è manna che cade del cielo, va costantemente spinta dalla volontà di perseguire obiettivi concreti ed elevati. È successo con la telefonia mobile, con Internet e, a suo tempo, con la stessa motorizzazione a petrolio. Il degrado delle batterie, poi, è facilmente gestibile con processi di standardizzazione dei processi gestionali e di relativa sostituzione e riciclo. L'impatto ambientale, poi, per la produzione di idrogeno da idrolisi (come assurdo mezzo di stoccaggio energetico) è, quello sì, del tutto folle ed anche la produzione da metano non ridurrebbe comunque la produzione di CO2 (a mio parere ineluttabile anche con l'elettrico, che semmai permette di centralizzare, ottimizzare, razionalizzare e monitorare efficacemente la produzione di energia da fonti fossili, eliminando le fonti d'inquinamento capillarmente diffuse sotto forma di veicoli). L'impatto ambientale ulteriore per stoccaggio e distribuzione dell'idrogeno è anch'esso totalmente folle. Si azzerino subito, quindi, tutti i finanziamenti in questa direzione; non portano che ad interessi particolari e non avranno alcuno sviluppo futuro.
Ritratto di zero
23 dicembre 2018 - 00:42
In estrema sintesi, mi sembra di capire che tutto il tuo discorso si concluda in unico concetto: speranza nel miglioramento. Batterie addirittura con mille km di autonomia con, in più, colonnine capaci di ricaricarle del tutto in cinque minuti. L'ottimismo è il profumo della vita, diceva il poeta, ma io non solo non vedo, ma neanche intravedo possibili soluzioni per la soluzione delle criticità di questo elettrico. E poi... Standardizzazione quanto vuoi, ma quelle batterie dovrai comunque rassegnarti all'idea che degradano, che devi sostituirle, che devi smaltirle, che una loro consistente parte delle loro componenti non potrai avviarla al riciclo. E questo non sarà mai un buon affare. La follia della produzione di idrogeno come strumento di stoccaggio a bordo di energia è tutta da dimostrare e non è certo più folle che dover usare quantità folli di energia elettrica per ricaricare batterie la cui efficienza energetica è legata solo a speranze basate sull'ottimismo. Insomma, continua a non convincermi... Magari mi sbaglio e hai ragione tu, ma in questo caso spero che il tuo scenario (e pure il mio basato sulla cella a combustibile) si realizzi dopo la mia morte, perché guidare una... "cosa" il cui suono somigli a quello della centrifuga di una lavatrice smorzato mi mette solo angoscia: io tengo al piacere di sentire parti meccaniche che lavorano e girano per darti prestazioni e suono sportivo. Il silenzio me lo godo in riva al mare o immerso in un bosco... Ma, quando guido, voglio suono e non ronzio. Per cui, se quel futuro mai arriverà, spero di non essere più su questo pianeta. Mi dispiace per gli automobilisti di quell'epoca, perché non sapranno mai che piacere si sono persi.