NUOVO FRONTE - Non accenna a placarsi la vicenda sui motori diesel irregolari in cui da settembre 2015 è coinvolto il gruppo Volkswagen, il cosiddetto Dieselgate. L’ultimo colpo di scena risale al 21 gennaio, quando l’edizione domenicale del quotidiano tedesco Bild am Sonntag ha rivelato che un software per manipolare le emissioni inquinanti è stato trovato nei motori diesel omologati Euro 6 di 127.000 fra Audi A4, A5, A6, A7 Sportback e A8: il programma tiene in funzione i sistemi per ridurre le emissioni allo scarico quando l’auto viene sottoposta alle prove di omologazione (basate su un test standardizzato) e li disattiva appena capisce che l’auto è su strada, migliorando così la risposta del motore ma peggiorando le emissioni. Quasi 78.000 di queste si trovano in Germania, secondo la notizia confermata dal Ministro dei trasporti all’agenzia di stampa DPA.
BASTA IL RICHIAMO - L’Autorità Federale che si occupa dei trasporti in Germania, la KBA, ha obbligato il costruttore a richiamare in officina le auto coinvolte e aggiornare il software del motore. In Europa è sufficiente far questo per rientrare nelle “maglie” della legge, mentre la legislazione molto più severa negli Stati Uniti ha costretto la Volkswagen a pagare oltre 20 miliardi di euro fra multe e rimborsi ai clienti. L’Audi si è difesa ricordando di aver già previsto di richiamare 850.000 vetture nel mondo con motori diesel V6 e V8 per aggiornare il software. Le 127.000 per cui è stato ordinato il richiamo dalla KBA rientrano proprio in questo “lotto”. La casa tedesca ha annunciato di voler lavorare in stretta collaborazione con la KBA, ma è evidente ormai che il software illecito si trova non soltanto su milioni di auto Euro 5, ma anche su centinaia di migliaia di Euro 6.