ECCELLENZA ITALIANA - Rileggere la propria storia, mantenendo un piede ben saldo nel passato per dare slancio a un processo di rinascita mai così atteso e mai così delicato. È il grande obiettivo della nuova Lancia targata Stellantis che il ceo Luca Napolitano (a destra nella foto qui sopra) è chiamato a traghettare in un futuro pieno di incognite, ma anche di grandi opportunità. Il nuovo corso del marchio torinese, che nel 2021 festeggia i 115 anni dalla fondazione, ripartirà innanzitutto dal design, tema centrale della prima puntata della webserie “Eleganza in movimento” (qui per saperne di più) che l’azienda ha realizzato per celebrare i traguardi e i primati di una casa automobilistica tra le più raffinate e prestigiose al mondo. Dopo aver passato in rassegna le più belle Lancia del passato insieme al responsabile del design del gruppo Stellantis, Jean-Pierre Ploué, Napolitano prosegue il suo viaggio alla (ri)scoperta del brand che dirige insieme al car designer Roberto Giolito (a sinistra nella foto qui sopra), “papà” tra le altre delle Fiat Multipla (1998) e 500 (2007) nonché numero uno di FCA Heritage, la divisione che all’interno della galassia Stellantis si occupa di tutelare e diffondere il patrimonio storico-culturale dei marchi Abarth, Alfa Romeo, Fiat e, appunto, Lancia.
ANTICHE SUGGESTIONI - I temi della bellezza e dell’eleganza affrontanti nel corso del primo incontro dall’evocativo titolo “Design senza tempo” si riallacciano al motivo conduttore del secondo episodio del docufilm (qui sopra), “Un marchio con un’identità unica”. La chiacchierata tra Napolitano e Giolito ricalca i tratti salienti del carattere identitario delle vetture Lancia, raro connubio di raffinatezza meccanica e purezza del design. A cominciare dal logo, perfetta sintesi di una semplicità formale che è poi l’ingrediente principe del fascino che ammanta i modelli del passato, e dalla denominazione delle automobili, basata sul macro-filone del classicismo greco-romano. Il primo stemma della Lancia, svelato ufficialmente nel 1907, è un inno all’essenzialità in entrambe le sue versioni - in stampatello e in corsivo - con la “L” più grande e leggermente sfalsata rispetto alle altre lettere. “Lancia è un marchio con la “L” maiuscola. Gia dal suo primo logo, semplice, essenziale, elegante e prezioso al contempo, la “L” è già maiuscola” racconta Roberto Giolito. La prima rinfrescata al logo, finemente impreziosito da un volante stilizzato, risale al 1911 e porta la firma del conte Carlo Biscaretti di Ruffia, abile disegnatore la cui grande passione per i motori nel 1933 sfocia nella creazione del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.
MANIFESTO D’ELEGANZA - “Biscaretti di Ruffia propone cinque diversi bozzetti, disegnati a mano e colorati ad acquerello - racconta Giolito -. Vincenzo Lancia sceglie quello che rappresenta al meglio la filosofia del marchio, attraverso alcuni suoi segni distintivi: il volante a quattro razze, il comando dell’acceleratore a mano, la bandiera rettangolare e l’asta a forma di lancia. Pochi elementi, tutti ben connotati, alcuni dei quali rimarranno inalterati nel tempo”. Nel 1929 il logotipo viene inscritto in uno scudo triangolare con i lati, tutti uguali, leggermente convessi. Il nuovo layout subisce altre variazioni nel 1957 (lo stile si fa più asciutto), nel 1969 (l’ingresso nel gruppo Fiat sancisce un ritorno alle forme rettangolari delle origini), nel 1981 (una netta modernizzazione del disegno del 1929, con tutte le lettere della parola Lancia per la prima volta della stessa grandezza) e, in ultimo, nel 2007 (nascita del logo attuale).
IL FUTURO HA GIÀ UN NOME - Più vario, benché caratterizzato dalla stessa coerenza alla base dell’evoluzione del logo, è il perimetro entro il quale, dalla fondazione ai giorni nostri, le Lancia hanno cambiato nome. Su consiglio del fratello grecista Giovanni, a partire dal 1919 Vincenzo Lancia ribattezza le sue automobili - prima identificate con sigle d’officina o con la potenza del motore in cavalli vapore - con le lettere dell’alfabeto greco: dalla Alfa alla Lambda, passando per Beta, Gamma, Delta, Epsilon, Eta, Zeta, Theta e Kappa. Il gusto per il mondo classico si conferma anche negli Anni 30 e 40 del Novecento: i nomi Artena, Astura, Augusta, Aprilia e Ardea sono un chiaro omaggio alle più note località dell’antica Roma, della quale nei due decenni successivi vengono riprese le denominazioni delle grandi vie consolari, come Aurelia, Appia, Flaminia, Flavia e Fulvia. E proprio ai nomi delle più famose arterie dell’Impero romano - rivela Luca Napolitano – potrebbero nuovamente ispirarsi le Lancia che verranno, testimoni di “un patrimonio che pochi altri marchi automobilistici possono vantare, da cui vogliamo costruire la rinascita di Lancia, partendo dall’alfabeto greco, o dalle vie dell’antica Roma, la città simbolo dell’Italia e delle nostre origini. Costruiamo il domani partendo da ciò che ci ha reso grandi nel passato, ciò che ha fatto sognare milioni di appassionati”. Modelli al passo coi tempi, quelli di domani, che nel pieno della transizione della mobilità verso l’elettrico dovranno tracciare nuove vie e creare nuove opportunità di mercato. In Italia, naturalmente, ma anche e soprattutto all’estero, dove Lancia è da sempre sinonimo di innovazione, eleganza e artigianalità italiana.
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