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L’auto e il Natale: che stress

Pubblicato 17 dicembre 2019

Una ricerca condotta su 5.000 automobilisti in tutta Europa fotografa il loro rapporto con la vettura durante il periodo natalizio.

L’auto e il Natale: che stress

SPOSTAMENTI E REGALI - Durante le settimane che precedono il periodo natalizio si assiste a un notevole aumento del traffico, con le strade delle città sempre affollate da autovetture e furgoni delle consegne. Durante le feste di Natele, poi, le strade si popolano dei veicoli delle famiglie destinati agli spostamenti per le vacanze e alle visite ad amici e parenti. Quindi, nel mese di dicembre, il rischio di trovarsi imbottigliati nel traffico è piuttosto elevato.

UNA RICERCA EUROPEA - E proprio l’elevato traffico preceduto dalla preparazione e carico dei bagagli, è normalmente fonte di stress. Evidenza che emerge anche dai risultati di una ricerca commissionata dalla Nissan, che in Italia ha coinvolto un campione di 1.000 automobilisti. Lo stesso sondaggio è stato condotto anche in Francia, Regno Unito, Germania e Spagna, per un campione totale di 5.000 automobilisti intervistati, mettendo in luce una situazione piuttosto omogenea.

NE FAREBBERO A MENO - Dal sondaggio emerge che circa il 62% degli italiani percorre oltre 20 km per far visita a parenti e amici e oltre il 34% si sposta per incontrare almeno 10 persone durante le feste. Più della metà degli intervistati (il 59%) ritiene stressante caricare la vettura con bagagli e regali e il 48% giudica lo spazio di carico insufficiente. Il 16% degli intervistati ha dichiarato che preferirebbe rinunciare al Natale piuttosto che dover caricare l’auto. Il 18% prima della partenza effettua delle prove al fine di caricare la vettura al meglio e si scambia consigli per massimizzare lo spazio a disposizione.



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Ritratto di Miti
18 dicembre 2019 - 21:46
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Ho una sola considerazione qui. Basta lavorare durante le feste. Eventualmente in ospedale e sotto numero. Così non ci pensi più per un semplice motivo ...non hai più il tempo. Problemo risolto ...come diceva un noto allenatore.