NEWS

Auto “green”: grandi differenze nei vari mercati

Pubblicato 29 ottobre 2019

In Europa permangono forti discrepanze nelle vendite di auto a propulsione alternativa, sia tra i paesi dell’est e dell’ovest che tra quelli del nord e del sud.

Auto “green”: grandi differenze nei vari mercati

ANCORA POCHE - Stando a quanto emerge dai dati diffusi dall’ACEA, l'Associazione Europea dei Costruttori Europei di Automobili, le vendite di veicoli a propulsione alternativa (elettriche, ibride ricaricabili, a gas e a idrogeno) seguono un andamento molto disomogeneo tra gli Stati membri che appartengono all'UE. La diffusione delle auto elettriche ricaricabili è fortemente correlata al tenore di vita; nella metà degli stati membri dell'UE la quota di mercato di questi mezzi è inferiore all'1% e solo in quattro paesi le auto “ad emissione zero” rappresentano oltre il 2,5% del mercato.

EST E OVEST - Infatti, stando a quanto emerge da questo rapporto, in un paese come la Lettonia lo scorso anno il numero di auto elettriche a batteria e ibride plug-in vendute ammontava a 93 (pari a una quota di mercato dello 0,6%), contro le 67.504 unità registrate in Germania (quota di mercato del 2%). Questa fotografia è molto rappresentativa perché la penetrazione di automobili elettriche è particolarmente bassa nell'Europa centrale e orientale; in Polonia, ad esempio, il numero di elettriche vendute è praticamente nullo (0,2% delle vendite totali di autovetture). Per avere una quota di mercato delle ECV (veicoli elettrici ricaricabili) superiore all'1,5% è necessario prendere in considerazione i paesi dell'Europa occidentale.

IN ITALIA VA IL GAS - Oltre al divario tra est ed ovest il rapporto dell’ACEA evidenzia anche una grande frattura tra il nord ed il sud dell’Europa: prendendo in considerazione l’Italia e la Spagna, le auto a batteria rappresentano l'1% delle vendite totali, nonostante comunque questi due paesi rappresentano la terza e la quarta potenza industriale del vecchio continente. La relazione dell'ACEA mostra inoltre che le vendite di automobili a gas sono concentrate principalmente in Italia e Germania (74% del totale UE) e che le automobili a celle a combustibile rappresentano, almeno per il momento, una quota trascurabile delle vendite totali delle autovetture europee.

INCENTIVI NECESSARI - Inoltre, la fotografia scattata dall’ACEA sottolinea come sia necessario da parte degli stati membri adottare un’idonea politica di incentivazione all’acquisto di mezzi green, i quali, almeno per il momento, rappresentano quasi esclusivo appannaggio dei paesi più ricchi. Politiche di incentivazione che è necessario adottare anche per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi fissati dall'UE per il 2025 e il 2030 in materia di CO2.

LA SITUAZIONE NEI VARI MERCATI

Top 5: MOST ECVs sold (market share)Top 5: LEAST ECVs sold (market share)
  1. Germany: 67,504 (2.0%)
  2. United Kingdom: 59,911 (2.5%)
  3. France: 45,587 (2.1%)
  4. Netherlands: 29,695 (6.7%)
  5. Sweden: 28,327 (8.0%)
  1. Latvia: 93 (0.6%)
  2. Estonia: 118 (0.5%)
  3. Lithuania: 143 (0.4%)
  4. Bulgaria: 220 (0.6%)
  5. Slovakia: 293 (0.3%)
HYBRID ELECTRIC VEHICLES (HEVs)
Top 5: MOST HEVs sold (market share)Top 5: LEAST HEVs sold (market share)
  1. Germany: 98,816 (2.8%)
  2. France: 91,815 (4.6%)
  3. Italy: 81,892 (3.2%)
  4. United Kingdom: 81,323 (4.0%)
  5. Spain: 75,768 (6.2%)
  1. Latvia: 672 (5.5%)
  2. Slovenia: 1,459 (4.7%)
  3. Estonia: 1,566 (4.3%)
  4. Bulgaria: 1,600 (4.3%)
  5. Lithuania: 2,351 (4.1%)
FUEL CELL ELECTRIC VEHICLES (FCEVs)
Top 5: MOST FCEVs sold (market share) 
  1. Germany: 154 (0%)
  2. United Kingdom: 36 (0%)
  3. France: 36 (0%)
  4. Netherlands: 13 (0%)
  5. Belgium: 8 (0%)
 
NATURAL GAS VEHICLES (NGVs)
Top 5: MOST NGVs sold (market share) 
  1. Italy: 37,406 (2%)
  2. Germany: 10,804 (0.3%)
  3. Belgium: 3,987 (0.7%)
  4. Spain: 3,754 (0.3%)
  5. Sweden: 3,235 (0.9%)


Aggiungi un commento
Ritratto di Melancholia
29 ottobre 2019 - 19:59
Le elettriche dovrebbero donarle ai meno abbienti o concederle come si fa con il reddito di cittadinanza: Fai domanda e dopo un mese ti arriva un SMS con su scritto dove andare a ritirare l'auto (con tanto di wallbox obviously). Altrimenti la quota di mercato resterà davvero risibile. Senza contare che in Cina, paese principe delle EV, le vendite sono crollate del 70% subito dopo la fine degli ultrasostanziosi incentivi. In altre parole, citando un famoso brano di David Bowie, l'auto elettrica è un "Dead Man Walking". Questo naturalmente imho e con rispetto parlando. Un saluto. Il Gwent.
Ritratto di Giuliopedrali
29 ottobre 2019 - 21:28
be tutto sommato ci sono buoni risultati in alcuni paesi, centra fino ad un certo punto, ma è per rimarcare le differenze tra mercati europei che mica tutti sono la Germania, sapevate che in Moldavia si vendono circa 600 auto nuove al mese, meno dei modelli di auto cinesi presenti sul mercato cinese... Meno delle vendite in un quartiere di una media città italiana...
Ritratto di NeroneLanzi
29 ottobre 2019 - 21:46
Urca che analisi pregnante. Sono informazioni che gettano una nuova luce sul mercato. Si possono avere i contatti degli analisti che l’hanno elaborata? Mi interesserebbe che mi aiutassero a capire se le persone attraenti riescono a trovare un partner con maggiore o minore facilità rispetto a chi è brutto come la fame e se esiste una qualche correlazione tra il reddito e il consumo di caviale.
Ritratto di Giuliopedrali
30 ottobre 2019 - 18:45
In ogni caso la Moldavia è in Europa e non in Africa e ha 5 milioni di abitanti, non 20.000 abitanti come un quartiere,.
Ritratto di lybram
30 ottobre 2019 - 08:26
io non posso più sentire parlare di incentivi pubblici in favore di acquisto di mezzi di trasporto privato. lo stato incentivi piuttosto bus tram e meteopolitane, i trasporti pubblici insomma! lasciate che le dinamiche di mercato seguano invece il loro corso
Ritratto di lybram
30 ottobre 2019 - 08:34
e poi... ancora sta presa per il cu lo del "raggiungimento degli obiettivi"?è appurato che certi modelli ad alimentazione tradizionale non sono più idonei? bene, stabilisci insieme ai produttori una graduale transizione alle alimentazioni alternative (anche oer questioni di carattere industriale), e poi sarà il mercato a dare la sua risposta. ma basta con sto caz zo di incentivi che altro non sono che soldi nostri regalati non a noi ma ai produttori.