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Autostrade, stop ai rincari. Ma non in tutta Italia

01 settembre 2010

Nel confermare la decisione del Tar del Lazio di bloccare gli incrementi delle tariffe ai caselli, il Consiglio di Stato precisa che l’ordinanza non vale in tutta Italia. Le associazioni dei consumatori rilanciano chiedendo il rimborso.

RESPINTO IL RICORSO - La decisione del Consiglio di Stato, che ha confermato quella del Tar del Lazio di stoppare l’aumento dei pedaggi su autostrade e raccordi autostradali, non vale per tutta l’Italia. I giudici hanno infatti precisato che l’ordinanza debba riguardare soltanto i tratti stradali di competenza degli enti che hanno fatto ricorso al Tar, ovvero le Province di Roma, Rieti e Pescara, oltre a una cinquantina di comuni. Ma ormai la frittata è fatta.

VERSO IL RIMBORSO? - “Adesso non sarà comunque possibile ripristinare gli aumenti dei pedaggi nelle tratte diverse da quelle oggetto del ricorso, altrimenti si danneggerebbero gli automobilisti residenti nelle altre regioni”, commenta Carlo Rienzi, presidente del Codacons. “Ora le maggiori somme pagate ai caselli devono essere restituite.”. Un rimborso che, secondo le stime della stessa associazione di consumatori, si aggira sugli 8 milioni euro. Ricarano la dose i colleghi dell’Adiconsum: “Si proceda al conguaglio dei costi sostenuti dai possessori di Telepass e dagli automobilisti in possesso delle ricevute di avvenuto pagamento del pedaggio”.

TASSA OCCULTA - Mentre la giustizia faceva il suo corso, dal primo luglio i pedaggi erano saliti in media dell’1,5% in tutta Italia. Una misura decisa dal Governo per risanare i disastrati conti dell’Anas, l’azienda statale che gestisce strade e autostrade, ma che era stata accolta come una tassa occulta sui pendolari. “Almeno 50 euro di spesa in più al mese”, secondo le associazioni di tutela Ferderconsumatori e Adusbef. Per questo, la stessa Anas aveva congelato i rincari, il 4 agosto, in attesa dell’esito definitivo del ricorso.

GOVERNO POLEMICO - “Prendiamo atto che Tar e Consiglio di Stato si mettono a legiferare”, ha commentato Roberto Castelli, viceministro ai Trasporti. Getta acqua sul fuoco Gianni Alemanno: “Dopo questa sentenza chiederò di rinegoziare il canone di concessione della nostra rete autostradale”, spiega il sindaco di Roma. “Da questa ridefinizione del rapporto economico devono venire le risorse per la manutenzione delle strade in gestione all’Anas”.



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Ritratto di apm
1 settembre 2010 - 18:43
guarda caso dopo che il 75% degli italiani in vacanza sia tornato a casa, che combinazione eh
Ritratto di Guido S
2 settembre 2010 - 09:46
Ben detto!!!!!
Ritratto di trap
1 settembre 2010 - 21:04
quante polemiche per l' 1,5% di aumento (ovvero circa 1€ in 1000 km di autostrada). Piuttosto le associazioni dei consumatori si occupino di cose ben più importanti, quali truffe, contraffazioni ecc.
Ritratto di apm
1 settembre 2010 - 21:32
si ma tu metti l'1,5% su tutti quei milioni di veicoli che han viaggiato (andata e ritorno) nell'esodo estivo, e hanno pure la faccia tosta di fare i buoni pacioccosi abbassando il pedaggio adesso, quando ormai hanno intascato un botto di soldi per mangiare, perchè ormai solo nei sogni possiamo sperare di vedere quei soldi trasformarsi in strade sicure, e soprattutto degne di chiamarsi tali, se devo pagare per usare le autostrade come sono conciate oggi, tanto vale che mi iscrivo ad un rally regionale, almeno mi diverto anche di più
Ritratto di audi94
1 settembre 2010 - 21:18
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e naturalmente sono i cittadini che devono risanare il conto dell'anas...