TANTI IN CRESCITA - Un 2011 iniziato alla grande per tanti costruttori: questo emerge dai dati diffusi della case che hanno già presentato i conti economici dei primi tre mesi dell'anno. Tra queste ci sono quelle americane ed europee, mentre la Toyota e le giapponesi lo faranno la settimana prossima. Con un'Europa ancora sofferente per la recessione, ad eccezione della Germania dove le immatricolazioni sono tornate a crescere, le case automobilistiche hanno incrementato i propri fatturati grazie alla ripresa negli Usa e la costante domanda dei mercati emergenti, guidati dalla Cina.
BENE NEGLI USA - Da un'analisi pubblicata su Il Sole 24 Ore, a sorprendere è l'andamento delle americane, General Motors, Ford e Chrysler. Grazie alla ripresa delle vendite, nei primi tre mesi sono state consegnate oltre 2,5 milioni di auto e le tre big hanno dichiarato un utile operativo complessivo (prima delle imposte e degli oneri finanziari) di 6,8 miliardi di dollari, l'equivalente di circa 4,6 miliardi di euro. Un risultato che conferma la crescita registrata già nel 2010, a dimostrazione che la politica dell'amministrazione Obama ha pagato. Con il lancio dei nuovi modelli, la Chrysler ha incrementato il proprio fatturato del 35%.
TEDESCHE AVANTI TUTTA - Rosea è anche la situazione per i gruppi tedeschi Volkswagen, BMW e Daimler che possono contare sulla ripresa delle vendite in Germania, mercato che ha sofferto nel 2010 per la fine degli incentivi, e la grande domanda di auto “di lusso” in Cina. Complessivamente hanno generato 6,8 miliardi di euro di utili operativi, guidate dalla BMW che da sola ha fatto 1,9 miliardi di utili su 16 di fatturato.
LE GENERALISTE SOFFRONO ANCORA - Se i marchi “premium” conoscono un momento felice, più problematica è la situazione per i cosiddetti costruttori generalisti. Fatta eccezione per la Volkswagen, il noto quotidiano economico evidenzia come le divisioni europee della GM (Opel e Chevrolet), della Ford e le francesi Citroën, Peugeot e Renault debbano fare i conti con un mercato Europeo ancora stagnante e una capacità produttiva in eccesso rispetto all'attuale domanda.
E LA FIAT? - Un andamento al quale si allinea anche la Fiat che ha dichiarato un utile operativo di 251 milioni di euro, 21 in più rispetto ai primi tre mesi del 2010 (leggi qui per saperne di più). Il gruppo torinese dimostra di essere fortemente dipendente dalle vendite in Brasile, dove è il primo costruttore, mentre in Europa e in Italia continua a perdere quote di mercato: nonostante la crescita dell'Alfa Romeo (leggi qui la news), la Fiat nei primi 4 mesi del 2011 ha visto ridurre le immatricolazioni del 16,7% rispetto allo stesso periodo del 2010.