BENE, NON BENISSIMO - Il 2019, nonostante le incertezze a cui è andato in contro il mercato mondiale dell’auto, ha regalato soddisfazioni al Gruppo BMW, del quale fanno parte i marchi BMW, Mini e Rolls Royce, che ieri ha pubblicato il rendiconto economico del suo ultimo esercizio annuale. A convincere è stato soprattutto il giro d’affari: per la prima volta nella sua storia, nel 2019 il Gruppo BMW ha fatturato 104,2 miliardi, il 7,6% in più rispetto al 2018 (erano meno di 50 miliardi nel 2009). Le vendite sono aumentate del 2,2% fino a 2.538.367 unità. In calo però i profitti, diminuiti del 17% a 7,4 miliardi di euro.
12 MILIARDI DI TAGLI - La redditività del gruppo tedesco non è stata ai livelli dell’anno scorso, ma potrebbe tornare a migliorare nei prossimi esercizi, sulla scia del programma di tagli e ottimizzazioni Performance > Next, teso a generare risparmi economici per 12 miliardi di euro fino al 2022. Questa strategia comprende una riduzione dei tempi di sviluppo per i nuovi modelli, che possono accorciarsi fino al 30%, e una decisa “sforbiciata” al numero di motori offerti: a partire dal 2021, verrà eliminato fino al 50% di tradizionali propulsori termici. L’obiettivo, oltre a ridurre i costi, è anche “far spazio” a quelli ibridi ed elettrici, che dovranno avere un peso sempre maggiore per il Gruppo BMW, che stima di vedere il 30% di auto elettrificate per il 2025.