Secondo un articolo pubblicato in questi giorni dal quotidiano finanziario giapponese Nikkei, la Toyota e la Nissan chiederanno un risarcimento al Regno Unito qualora il governo britannico non trovasse un accordo commerciale con l'Unione Europea per la Brexit. Infatti, al termine del periodo di transizione, fissato per la fine del 2020, senza un accordo si avrebbe l’imposizione di dazi doganali al 10% sulle auto esportate verso l'Unione Europea.
A questo punto non rimane che attendere gli sviluppi politici, rammentando che i siti produttivi dei costruttori giapponesi sono importanti per il mercato europeo. La Toyota costruisce infatti la Corolla nello stabilimento di Burnaston, oltre a produrre motori in una fabbrica del Galles. La Nissan detiene invece a Sunderland la più grande fabbrica di auto del Regno Unito che produce le Qashqai, Juke e Leaf. A Swindon, vicino a Londra, la Honda possiede uno stabilimento dove realizza la Civic, ma ha già annunciato che lo chiuderà nel corso del 2021.
Importante sottolineare che in una recente nota stampa la Nissan ha spiegato le ragioni di questo “malessere” diffuso: in mancanza di accordi commerciali, i costi dei siti industriali delle fabbriche inglesi diventerebbero ben presto insostenibili. Non solo, anche i rappresentanti delle maggiori case europee hanno ribadito il concetto che una Brexit senza regole sarebbe disastrosa e costerebbe al settore 110 miliardi di euro nei prossimi cinque anni.
I colloqui tra Bruxelles e Londra sono comunque in corso e, a quanto si dice si fanno sempre più frenetici, anche se il premier Boris Johnson ha affermato nei giorni scorsi che il suo Paese può anche fare a meno di un accordo, il che non è di buon auspicio.