BIG IS BETTER - Che ne sarà del design automobilistico del futuro, con l’impazzare della moda delle calandre giganti? La domanda sorge spontanea, osservando la nuova GAC M8 appena svelata dal Guangzhou Automobile Group. La seconda generazione della monovolume cinese non rischia certo di passare inosservata, sfoggiando una enorme griglia che occupa praticamente tutto il frontale in senso verticale e orizzontale, estendendosi dalla linea dei fari al piccolo spoiler nella parte più bassa del paraurti.
INFLUENZA CINESE - Lo stile cinese, almeno in fatto di automobili, non brilla certo per fantasia e questo è un dato di fatto. Anche per questa ragione, soprattutto in passato, in tanti tra i designer del paese del Dragone per ottenere risultati accattivanti hanno gettato volentieri un occhio sul lavoro dei colleghi europei e americani. Da qualche anno a questa parte, tuttavia, i gusti e le esigenze degli automobilisti cinesi, entrambi diversissimi dai nostri, hanno finito per cambiare le regole del gioco, influenzando non poco le strategie e le scelte dei centri stile di alcuni grandi costruttori. Che nella Cina - un unicum, tra i mercati emergenti, per la sua eccezionale capacità di assorbire un’immensa quantità di automobili - hanno ormai individuato da tempo una ricca fonte di profitti. Si spiega anche così, con la precisa volontà di conquistare le nuove generazioni di consumatori cinesi, intercettandone il più possibile i gusti, la scelta da parte di alcune case automobilistiche di stravolgere - è proprio il caso di dirlo: nel bene e nel male - lo stile di modelli che, talvolta, sono rimasti al centro dell’immaginario degli automobilisti occidentali proprio grazie alla continuità del loro spirito identitario , fortemente e inequivocabilmente legato alla storia e alla tradizione del marchio che portano sul cofano.
IL CASO DELLA BMW… - Due esempi spiegano forse il “fenomeno delle griglie giganti” meglio di altri. Il primo caso, chiacchieratissimo ed emblematico nell’aver diviso in due schiere nettamente contrapposte gli appassionati del marchio e non solo, è quello della BMW. Il nuovo corso del design della casa di Monaco ha segnato una rottura clamorosa con il recente passato e il segno più evidente di questo radicale cambio di tendenza è individuabile proprio nella celebre calandra a doppio rene. Un elemento che, ormai moltissimi anni fa, è sì stato interpretato dagli stilisti della casa dell’elica in senso verticale (basti pensare alla leggendaria BMW 328 degli Anni 30 e 40, i cui fasti sono legati a doppio filo a quelli della Mille Miglia), ma mai era apparso così grande e “impattante” nell’economia di frontali che oggi paiono quasi caricaturali, se raffrontanti con quelli di qualche anno fa, senza stare a “scomodare” le elegantissime BMW prodotte tra la fine degli Anni 90 e l’inizio del Nuovo millennio.
… E QUELLO DELLA LEXUS - Dalla Baviera al Giappone, il leitmotiv seguito dalla BMW e dalla Lexus non sembra essere molto diverso. Pare infatti del tutto identica, osservando i prodotti più recenti delle due case automobilistiche, la spiccata tendenza a ingigantire le calandre. Giocando su una geometria “a X”, il marchio di lusso della Toyota ha progressivamente ampliato le dimensioni delle mascherine frontali, conferendo un carattere indubbiamente inconfondibile ai propri modelli. Che, se da un lato si fanno notare, dall’altro rischiano di risultare un po’ troppo barocchi, almeno per i gusti degli automobilisti del Vecchio Continente. A conferma di ciò, basta sfogliare i risultati commerciali dello scorso anno: nel 2021 la Lexus ha venduto circa 32.000 automobili in Europa, mentre in Cina ha fatto segnare un risultato record, con 227.000 nuove immatricolazioni. Forse mai come in questo caso vale il detto “la matematica non è un’opinione”…