SECONDO ROUND - Il certificato delle polemiche: così si può definire il certificato di proprietà digitale (vedi qui la news), quel documento che attesta lo stato giuridico dell’auto. Nato a ottobre 2015, rilasciato dal Pra, sostituisce poco alla volta quello cartaceo: quando c’è una pratica che riguarda l’auto, il vecchio documento di carta diventa elettronico. Tuttavia, l’Unasca (Unione nazionale autoscuole) da un anno sta “battagliando” contro l’Automobile club d’Italia, che gestisce il Pubblico registro automobilistico: a maggio 2016, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dell’Unasca per l’annullamento di una circolare del settembre 2015, con la quale l’Aci dettava istruzioni di servizio per l’introduzione del certificato di proprietà digitale (vedi qui la news). In parole povere, secondo l’Unasca, non c’è nessuna legge che assegni all’Aci il compito di riformare il certificato di proprietà dell’auto. Ma il Consiglio di Stato ha appena accolto la richiesta dell’Aci, sospendendo gli effetti della sentenza del Tar. Fino alla decisione sul merito della causa, attesa per il 9 febbraio 2017.