COME IN UN REALITY - Una corsa in città sul filo delle 100 miglia orarie (vale a dire 160 km/h: decisamente non poco), e il guidatore della
Tesla Model S perde il controllo della berlina a motore elettrico: inseguito dalle pattuglie della polizia di Los Angeles, carambola contro alcune auto, il mezzo centra in pieno un palo della luce e finisce la sua folle corsa diviso a metà (
qui sotto il servizio di una tv locale di LA). Il retrotreno centra in pieno una sinagoga, l'altro troncone rimane sulla sede stradale e si incendia. Un telefilm? No, semplice (si fa per dire) inseguimento urbano a un ladro, che aveva appena rubato la Tesla da un concessionario locale. Visto che il tutto si è svolto a West Hollywood, a un tiro di schioppo dagli studios cinematografici per antonomasia - e che, soprattutto, vi sono stati feriti ma non morti - il sospetto che potesse essere un plot di una serie tv non è stato tuttavia peregrino. A cavallo tra l'hard boiled, il reality e l'action movie, appunto.
PROTEZIONE PER LE BATTERIE - Non è la prima volta che una Tesla S prende fuoco: a fine anno tre esemplari lo hanno fatto a seguito di incidenti stradali, nel breve volgere di sei settimane. In ogni occasione (la terza ha causato un brusco -7,5% sulle azioni quotate al Nasdaq), l'azienda di Elon Musk ha reagito inviando tecnici sul posto per meglio studiare le cause, salvo poi installare tre elementi a protezione del sottoscocca, dove si trovano le batterie, su tutte le Tesla S costruite dopo il 6 marzo. Musk ha sempre sottolineato come la percentuale di Tesla andate in fiamme (1 su 800) è di cinque volte inferiore rispetto alle auto tradizionali: nel 2013 ben 200.000 vetture con motore a benzina sono andate in fumo negli Stati Uniti. Stavolta, nessun dubbio e nessuna polemica: qualsiasi auto, elettrica o tradizionale, sarebbe andata a fuoco dopo un incidente come quello di Los Angeles.