Così parlò Marchionne a Parigi

Pubblicato 02 ottobre 2014

Nella conferenza stampa tenuta al Salone, Sergio Marchionne parla dei primi segnali di ripresa del mercato dell'auto e del futuro della Fiat 500X.

Così parlò Marchionne a Parigi
TANTI TEMI - Arrivato allo stand del gruppo italo-americano con il suo immancabile maglione, l'amministratore delegato della Fiat Chrysler Automobiles (nella foto), e neo-presidente della Ferrari, ha incontrato la stampa italiana, rispondendo alle domande della folta schiera di giornalisti. I temi sul tavolo erano tanti, dai limiti sempre più bassi di inquinanti imposti dalla Commissione europea, alla crisi economica che attanaglia l'economia e affossa il mercato dell'auto, fino ai nodi politici di casa nostra, con l'articolo 18  e il tfr (trattamento di fine rapporto, ovvero la vecchia liquidazione) in primo piano.
 
LA COMMISSIONE PRESSA - A chi gli ha chiesto se condivide la preoccupazione del numero uno della Volkswagen Winterkorn, che ha lanciato una requisitoria contro la Commistione europea che intende porre limiti sempre più  bassi di CO2, Marchionne ha riposto che il problema è reale, perché costringe i produttori a una rincorsa tecnologica molto costosa, che inevitabilmente si ripercuote sulla produzione e quindii sul costo del prodotto finale.
 
E IL MERCATO DELL'AUTO? - Gli ultimi dati positivi in Europa fanno ben sperare per il futuro, ha detto Marchionne, che, però, fa notare che continua ad avere dei dubbi sulla possibilità di ripresa a breve del mercato italiano. Si tratta ancora di un mercato non florido,. Che rispecchia le condizioni dell'economia. E dice di sperare che l'ottimismo dell'amministratore delegato di Renault-Nissan Carlos Ghosn che vede un incremento nelle vendite del 3-4% nel 2015 sia realistico. Più fiducioso, l'ad di Fiat Chrysler, è sul successo della Fiat 500X, presentata proprio al salone di Parigi, e della sorella Jeep Renegade, per le quali prevede un roseo futuro e afferma che  il gruppo è in grado di produrre più 500X dell'obiettivo prefissato e che si aspetta di vendere tutte quelle che è in grado di far uscire dalle catene di montaggio. Se servisse, si potrebbe anche realizzare un'altra linea di produzione.
 
IL VALORE DEI SALONI - Alla fine anche alcune parole sui temi caldi di questi giorni, tra cui quello del Tfr in busta paga (il trattamento di fine rapporto), che Marchionne appoggia "nonostante costi alle aziende e pure alla Fiat". "Ma ora occorre dare fiducia al governo", conclude Marchionne, "dare liquidità ai consumatori e ai dipendenti, per far ripartire l'economia". E a una domanda sul futuro dei saloni dell'auto, dice che sono irrinunciabili: "il valore dei saloni è indiscusso, sono l'unico punto di convergenza dei produttori, dove è possibile mostrare l'offerta universale". I più importanti in Europa resteranno quelli di Francoforte, Parigi e Ginevra, ma per Marchionne anche quello di Milano a dicembre potrebbe ritagliarsi un suo spazio, perché avrà una formula un po' diversa.


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Ritratto di ilpongo
2 ottobre 2014 - 20:57
5
Allora, se dicessi veramente quello che penso rischierei l'incriminazione per lesa maestà. Mi limito a sottolineare l'aspetto delle restrizioni alle emissioni inquinanti che via via la Commissione Europea sta disponendo: e che fosse la volta buona che si incentivino le risorse rinnovabili, sia per la produzione che per i consumi? Infatti, come già detto da un altro utente, inutile fare auto ad elettricità se poi per produrre tutta l'energia necessaria si dovrà ricorrere ancora al petrolio...
Ritratto di lybram
3 ottobre 2014 - 07:58
Una persona tanto pragmatica come Marchionne come può sponsorizzare quel pallone gonfiato borioso che gli italioti hanno scelto come primo ministro? Una macchietta politica tra le più inconsistenti e incapaci di sempre!
Ritratto di Asburgico
3 ottobre 2014 - 17:03
è dello stesso stampo dell'ebetino di firenze
Ritratto di giovi11
3 ottobre 2014 - 19:53
3
Hai creato una buona auto e sul mercato non ha torto ma è sempre uno str****
Ritratto di marcoalfredo
3 ottobre 2014 - 23:10
Marchionne per rompere gli schemi, ha rotto con la FIOM, ma soprattutto ha rotto con Confindustria paralizzata dai riti e dai contributi statali. I risultati gli stanno dando ragione. In Renzi vede un emulo sul piano politico, di fatto convergente sulla impostazione di rompere col passato. Se poi l'avversario di Marchionne e Renzi dovesse essere quella macchietta di Della Valle, che pensa di essere un personaggio perché tira su il colletto della camicia, mette un foulard intorno al collo e insulta chiunque gli capita a tiro assumendo come riferimento politico Mastella, be allora davanti i due non hanno un prato, ma una prateria.
Ritratto di Anonimo
Anonimo (non verificato)
4 ottobre 2014 - 12:28
Commento rimosso a seguito della cancellazione dell'utente dal sito.
Ritratto di porsche 356
4 ottobre 2014 - 15:44
TUTTI UGUALI (quasi) , appassionati del potere e guai a chi non è d'accordo. E anche collettino predica bene e razzola male. Pensano solo ai loro affari e come parlava di Berlusconi ora parla di Renzi ( che non è un ebetino e pallone gonfiato ma il solito politico di professione che ha capito tutto come gestire un gregge di pecoroni).