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Goodwood Revival 2016: spettacolo d'altri tempi

16 settembre 2016

Consueto tutto esaurito per il Goodwood Revival: una tre giorni mozzafiato per gli appassionati delle auto e moto d'epoca.

Goodwood Revival 2016: spettacolo d'altri tempi

ATMOSFERA MAGICA - Lo scorso fine settimana, il circuito di Goodwood ha ospitato il Revival: la manifestazione per vetture e motociclette d'epoca probabilmente più famosa e spettacolare al mondo. Attorno alla pista, rimasta come negli anni 60 (un nastro d'asfalto stretto, veloce e impegnativo) il nipote di chi l'aveva creata, Lord March, ha dato vita a un evento senza uguali. Il fulcro sono le gare, combattutissime, e a cui partecipano le auto e le moto più belle e storicamente importanti prodotte negli anni che vanno dai 20 ai 60 del secolo scorso. Ma tutto il contorno è spettacolo, e consente di compiere un vero e proprio salto nel passato. La struttura stessa della pista, con ampi prati, bassi terrapieni e tribune in legno, riporta al periodo d'oro delle competizioni motoristiche; ci sono poi una miriade di stand che vendono vestiti in stile, libri sui motori, memorabilia in genere; o che mettono in mostra vetture appena restaurate o che, ancora, propongono alle signore le acconciature del tempo che fu. Non mancano le giostre e le sale da ballo, mentre i box sono “a vista”: è possibile osservare da vicino auto da un milione di dollari (è un modo di dire, perché spesso il valore di mercato è dieci volte tanto), osservare i meccanici all'opera e magari, se si sa un po' di inglese, scambiare due battute con loro e con i piloti: l'atmosfera è rilassata, la cordialità assoluta, e chi viene al Revival per la prima volta trova una sorpresa dietro ogni angolo.

SI GAREGGIA SUL SERIO - Quest'anno, al sole di venerdì e domenica ha fatto da contraltare qualche ora di pioggia il sabato; del resto, siamo in Inghilterra. Ma il programma non ha subito variazioni, e chi aveva un posto nelle tribune al coperto o si era premunito con un impermeabile, si è goduto le sfide su un asfalto dall'aderenza ridotta, con i piloti impegnati in una guida “stile rally”. Non si pensi, infatti, che a scendere in pista con le vetture del tempo che fu siano facoltosi appassionati che portano a spasso con cautela i loro “tesori”; tutti danno il massimo per guadagnare una posizione o per girare un decimo di secondo più veloci, e al volante c'è spesso un fuoriclasse di caratura internazionale, di oggi o di ieri. E così, se nella gara per le due ruote erano impegnati nomi ben noti, come Michael Dunlop, Troy Corser e Steve Parrish, a darsi battaglia con altri centauri scatenati in sella a Norton, BMW e Gilera, nella prima competizione disputata, il venerdì sera, a dare spettacolo è stato Tom Kristensen: un aficionado del Revival che ha nel suo curriculum nove vittorie assolute alla 24 ore di Le Mans. La storia merita di essere raccontata. Fra le numerose Ferrari 250 GT SWB iscritte al Kinkara Trophy, gara di sessanta minuti intervallati da un cambio di pilota, c'è anche quella affidata a Joe Macari, il proprietario di un maxi-showroom di supercar con sede a Londra, e al divo del campionato turismo inglese Jason Plato; ma quest'ultimo, poche ore prima del via, dà forfait. Kristensen è già a Goodwood per partecipare alla gara delle turismo, e gli viene chiesto se vuole prendere il posto di Plato. Detto, fatto: dopo pochi giri di prova, su una vettura mai guidata prima e che in un'intervista definirà poi come “un po'  nervosa”, dà un secondo di distacco a tutti. Alla partenza della gara, nella spettacolare luce del tramonto, Macari si impegna al massimo, ma la 250 GT non si dimostra superiore alle altre 28 vetture in gara, tra le quali molte Aston Martin e Jaguar E-Type, e scivola progressivamente fino al settimo posto. Quando arriva il turno di Kristensen, ecco il miracolo: a suon di giri veloci (migliorerà il tempo delle prove di un secondo), il danese si lancia alla riscossa e, un sorpasso via l'altro, riconquista la prima posizione che terrà fino alla fine. Una dimostrazione di guida sopraffina, accompagnata dalla “musica” del dodici cilindri modenese spinto al massimo dei giri. Il Kinkara Trophy è stato l'inizio, ma lo show garantito in tutte le sedici gare del weekend, oltre che nelle parate dimostrative, è stato sempre di alto livello. E fa piacere notare che la presenza di vetture italiane (Ferrari, Maserati e Alfa Romeo) era seconda solo a quelle delle inglesi; con le “belve” tricolori sempre molto ammirate. 

ARRIVARCI NON È DIFFICILE  - Siamo convinti che, per chi ama le belle auto, partecipare al Revival sia un'esperienza unica ed entusiasmante. E, se è vero che l'Inghilterra del sud non è dietro l'angolo, è anche vero che i voli (l'aeroporto più comodo è quello di Londra Gatwick) non mancano affatto, e rendono la trasferta relativamente abbordabile. Nel caso ci stiate facendo un pensierino per l'anno prossimo, sappiate che i biglietti di ingresso sono venduti solo su internet (non si possono acquistare sul posto) dal sito www.goodwood.com, e che di norma sono esauriti già nei mesi di giugno-luglio; se tre giorni fossero troppi, tenete conto che il sabato e la domenica sono quelli più spettacolari (il venerdì è in gran parte dedicato alle prove, e non alle gare). Infine, vale la pena di cercare nell'armadio o in soffitta i vestiti del nonno: a Goodwood è bello diventare protagonisti dello spettacolo, vestendosi come 50-60 anni fa. 



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Ritratto di Sprint105
16 settembre 2016 - 17:23
splendido! Solo gli inglesi sanno organizzare eventi così
Ritratto di Fr4ncesco
18 settembre 2016 - 17:59
2
L'epoca d'oro dell'automobilismo, lontana dalle polemiche e dalle non-auto di oggi.
Ritratto di caronte
13 novembre 2016 - 08:57
Una corsa dove il tempo sembra essersi fermato.