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La Dakar è della Mini

16 gennaio 2012

Stéphane Peterhansel alla guida della Mini Countryman All4 si è aggiudicato l’edizione 2012 del famoso raid, che si è svolto in Sud America dall’1 al 15 gennaio.

VITTORIA ANNUNCIATA - Lo squadrone Mini ha dominato la Dakar 2012 dove, in mancanza di concorrenti altrettanto forti, ha avuto vita relativamente facile. A tagliare per primo il traguardo in Perù, a Lima, dopo 15 giorni di gara è stata la Mini Countyman All4 del francese Stéphane Peterhansel, che ha vinto così la sua decima Dakar (di cui sei in moto e quattro in auto), regalando alla casa britannica il primo successo in questa corsa. Seconda, un’altra Mini: quella dello spagnolo Nani Roma. Terzo, il pick-up Toyota Hilux del sudafricano Giniel De Villiers. Quarta, ancora una Mini, pilotata dal russo Leonid Novitskiy. Sfortunato il qatariota Nasser Saleh Al-Attiyah che, con la Volkswagen Touareg (assente quest’anno) si era aggiudicato la Dakar 2011: si è ritirato alla nona tappa per noie alla sua Hummer H3.


Dakar 2012 podio peterhansel


OLTRE 8000 KM
- L’edizione 2012 si è svolta per il quarto anno consecutivo in Sud America e vi hanno partecipato 367 equipaggi, suddivisi in quattro categorie: 188 moto, 76 camion, 73 auto e 30 quad. In particolare, le auto hanno “mangiato” 8.373 km in 15 giorni. Il via è stato a Mar Del Plata sulla costa argentina dell’Oceano Atlantico. Il percorso ha puntato direttamente verso il fertile entroterra argentino della Pampa, per poi arrampicarsi sulle Ande fino al passo di San Francisco a quota 4.700 metri. Quindi, i concorrenti hanno varcato i confini del Cile affrontando il deserto dell’Atacama per raggiungere l’oceano Pacifico a Copiapò. Infine, hanno seguito la costa puntando a nord fino al traguardo a Lima.


Dakar 2012 mini novitskiy leonid


315 CAVALLI PER MINI
- Della versione di serie, la Mini Countryman All4 che ha vinto la Dakar mantiene a malapena l’aspetto: si tratta di una vettura appositamente costruita per affrontare questo massacrante raid. Il motore è un 3.0 turbodiesel da 315 cavalli abbinato a un cambio sequenziale a sei rapporti e ovviamente la trazione è integrale. Fra le peculiarità di questa Mini, il maxi serbatoio del carburante di ben 420 litri e i freni posteriori: sono così sollecitati che, per non surriscaldarsi, hanno bisogno del raffreddamento ad acqua.

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Ritratto di fusco8
16 gennaio 2012 - 15:30
i freni posteriori sono poco sollecitati. casomai sono quelli anteriori che hanno bisogno di acqua per non surriscaldarsi troppo.
Ritratto di IchLiebeCorsa84
16 gennaio 2012 - 15:42
si tende a provocare le sbandate con il freno a mano????
Ritratto di Dareios
17 gennaio 2012 - 21:51
la dakar è una "corsa" di movimento, non troverai mai o quasi mai tornanti da affrontare con la tecnica del pendolo o col freno a mano altrimenti avoglia a far tornanti per percorrere 8'373 km in 15 giorni! si chiama rally perchè le auto corrono su percorsi non asfaltati e perchè si calcola il tempo, ma sono molto diversi dai rally del wrc o dell'irc.
Ritratto di freeblukite
16 gennaio 2012 - 15:45
e la logica vorrebbero così ma, forse quei 420 litri di serbatoio gravano sull'asse posteriore in modo tale da sottoporre a uno stress insolito i freni posteriori ...ripeto forse, è solo un ipotesi
Ritratto di yeu
16 gennaio 2012 - 18:57
Forse perchè il serbatoio è pesante o forse perchè quelli anteriori sono aerati meglio o forse entrambe.Comunque un motivo ci sarà non credo che li raffreddino per niente.
Ritratto di mustang54
16 gennaio 2012 - 16:04
2
sublime...
Ritratto di gig
16 gennaio 2012 - 17:39
Concordo! :)
Ritratto di Sprint105
16 gennaio 2012 - 16:10
quelli della Mini si danno da fare: oltre ad aver corso alla Dakar, partecipano anche al mondiale rally
Ritratto di Cinque porte
16 gennaio 2012 - 16:32
Con tre Mini e come avversario solo una Toyota era quasi impossibile perdere...
Ritratto di Jinzo
16 gennaio 2012 - 16:46
spreco di carburante, miglioni di euro tra sponsor e piloti e il mondo gira sempre piu al contrario.... se davate anche 1 sesto di quei soldi alla gente povera fareste del bene a umani che ambiente.. e e e e e ..ho detto tutto
Ritratto di trautman
16 gennaio 2012 - 19:13
Possibile che a nessuna casa costruttrice interessa preparare un mezzo per affrontare una gara storica come questa, anche se la popolarita' non è quella di una volta?
Ritratto di mattias93
16 gennaio 2012 - 21:41
Sarebbe magnifico partecipare, ma 5000 euro solo di iscrizione non sono alla portata di tutti! Che bello!
Ritratto di osmica
16 gennaio 2012 - 23:35
La gara si svolge in America Latina, in quanto la "vera" Parigi Dakar è stata vietata. Troppo pericolosa. Troppi danni per il territorio locale... e si sono spostati oltreoceano, dove hanno offerto il proprio territorio per codesta gara. E le popolazioni locali non sanno nulla della gara... e con i bambini sulle strade, in un momento arriva un concorrente a tutta birra... Zero rispetto del territorio. Zero rispetto della popolazione. Questo non è una bella gara. Ma solo marketing ed egoismo.
Ritratto di mattias93
17 gennaio 2012 - 06:40
So che da tempo non è più svolta tra parigi e dakar, ma il nome rimane quello! e rimane pure un sogno!
Ritratto di Zack TS
17 gennaio 2012 - 10:57
1
onestamente preferisco altro come la 24h ore di le mans
Ritratto di monodrone
17 gennaio 2012 - 14:43
Anche se i mezzi e la tecnologia avanzano resta una gara unica e splendida. Per i motociclisti in primis ma anche per auto e camion è una bella gatta da pelare. Roba da maschi con le zolle d'acciaio. Altro che le garette della domenica dei bambocci della f1 tipo Vettel o mocciosi come Stoner e tristezze varie. Peccato che la geopolitica ha portato questa affascinante gara senza tempo lontano dalle dune del deserto, pazienza. Tracciato nuovo vita nuova. Magari un giorno se vinco alla lotteria...